The Prom

Forse l’unica vera ragione per la quale ringrazio di essere cresciuta in Italia è l’assenza del ballo di fine anno al liceo. Il famigerato Prom che tanto abbiamo visto in film e telefilm americani. E anche dell’annuario della scuola, perchè sono sufficienti gli sputtanamenti facebookiani e twitteriani, ci mancherebbe anche un annuario conservato negli archivi del Boccioni. La consegna dei diplomi avrebbe invece potuto essere interessante, avrei pagato per vedere alcune fighette insopportabili indossare l’orrenda tunica con cappellino idiota.

Cmq.

Ieri mattina mi sono data alla cultura. Ho visto “The Prom”, un pessimo film adolescenziale (io amo i pessimi film adolescenziali) che narrava le mirabolanti avventure di una ragazza (Nova) che era tutta impegnata a realizzare le scenografie del ballo di fine anno. Poi le scenografie bruciano e lei è disperata perchè “Adesso come faranno i ragazzi a ricordarsi questa festa come il più bel ricordo del liceo. Perchè il ballo di fine anno è il momento in cui si appianano le differenze, e tutti ci vogliamo tanto bene”. Il preside allora le affibbia Jesse, lo scapestrato della scuola, che in realtà è buono come il pane. Cioè sì; guida la motocicletta, usa T-Shirt senza maniche, ha i capelli lunghie l’aria sempre arrabbiata. Ma in realtà è dolcissimo, ovviamente bello, ovviamente senza i capelli fizzosi, e altrettanto ovviamente sembra sempre arrabbiatissimo perchè ha una difficile situazione alle spalle e deve lavorare per aiutare la madre a pagare i conti, ed ovviamentissimo ha un fratello minore a cui vuole tanto bene. Finirà con due metri di lingua in bocca. Anzi no, cioè si baciano ma secondo me senza lingua, cosa che mi ha delusa alquanto….

Il pappone mi ha permesso di riflettere ancora una volta, come se davvero qualcuno ne sentisse l’esigenza, sul “Prom”. E sulla sua miracolosa assenza nel mio Liceo. Grazie.

Il liceo è  di per se terrificante. Cominci che hai 14/15 anni, la tua personalita’ si sta formando, hai i brufoli, i capelli fizzosissimi, le palle girate, sei profondamente insicuro, costretto a convivere con una massa di adolescenti che sono messi peggio di te. Prosegui a cazzotti per affermare personalità e carattere. Se sei fortunato crei legami solidissimi con i compagni di classe e a 40 anni sei lì ancora  a fare grigliate in onore dei vecchi tempi. Se sei sfortunato capiti in una classe disomogenea e sfaccettata dove ti senti un pesce fuor d’acqua e maledici continuamente chiunque ti circondi. Io stavo nel mezzo. Ci sono persone che ricordo con affetto, persone che non ricordo e persone che mi sono totalmente indifferenti… anzi, andate affanculo per non avermi mai spiegato cosa vi infastidiva tanto di me dal cercare di rendermi la vita impossibile.

Cmq. tutto questo per dire che i traumi del liceo te li porti dietro tutta la vita.

Ricordo quanto ero innamorata di un ragazzo poco più grande di me. Io ero in seconda e lui pure, ripetente. Lo incrociavo per i corridoi e ci scambiavamo si e no un “ciao” strascicato. Lo adoravo in silenzio. Mi ricordo perfettamente un giorno di maggio. Corridoio del 1° piano. Lui arrivava con amici (ma perchè non girava mai da solo?) e sgranocchiava un cornetto alglida. Era a metà cono. Poco prima del preziosissimo fondo al cioccolato, ed io lo ricordo perfettamente, come era vestito, come era pettinato… tutti quegli inutili dettagli che sono rimasti impressi nel mio cervello di adolescente. E mi facevo dei film nei quali lui si sarebbe accorto di me (siete liberissimi di ridere) e un giorno avremmo girato mano nella mano per i corridoi. Poi ci saremmo sbaciucchiati in cortile, avremmo condiviso il cornetto algida… beh, quelle cose melense che sognavano le 15enni del 1995. Molto diverse da quello su cui fantastico oggi. Ossia esattamente quello che ho scritto prima con il plus di una bella scopata.

E questo è niente. In quarta ero follemente innamorata di un tizio fidanzato che mi salutava appena. E mi salutava solo perchè ero in classe con un suo amico. Mica per altro. E io lì a struggermi per lui, per i suoi occhi, il suo zaino e tutto il resto. Proprio non mi cagava. Poi vado all’accademia di Brera, giro un angolo e me lo trovo di fronte. Biascico un “ciao” pensando che manco mi riconoscesse… invece no. Fuori dal liceo dove lui era popolare ed io NO, di colpo divento simpatica, dolce, carina… Solo che ormai io ero passata oltre ed ero follemente persa per il tizio che frequentava con me Storia del Costume per lo Spettacolo.

La vita è così. Una serie interminabile di tempistiche sbagliate.

Ma ora chiudete gli occhi ed immaginatevi diciottenni in procinto di diplomarvi. Prima dell’esame di maturità. Nel momento peggiore della vostra esistenza; quando i brufoli hanno il controllo del vostro sebo, i culi di voi ragazze erano nel momento di massima espansione, la voce di voi ragazzi era ancora pseudobaritonale e il corpo  in piena   trasformazione. Non tutti i vostri ormoni avevano capito cosa avrebbero dovuto fare e quando. Perchè la filmografia ci mostra ragazze bellissime e ragazzi muscolosissimi ma noi sappiamo bene che la realtà è piuttosto lontana da questo stereotipo. Mi chiedo cosa avrebbe potuto spingermi a togliere gli anfibi o le gazelle. Oppure cosa avrebbe potuto riuscire a farmi mettere un vestito da sera piuttosto che il mio adorato felpino dell’adidas che ancora rimpiango. E i miei pantaloni militari? No. Non avrei mai e poi mai messo un vestito da sera. Per chi poi?

Non ero esattamente popolare. Non che fossi proprio invisibile, ma non certo quella di cui era bello parlare. Non che la cosa mi facesse soffrire, ma a tutte le ragazze, almeno una volta nella vita, piacerebbe essere quelle fighe perennemente al centro dell’attenzione. Da adolescente poi questo aiuterebbe l’autostima, che io ho scoperto di recente. E che ancora fatico a gestire.

Da noi non c’è la menata Cheerleader/giocatore di Football. Però se non eri nessuno, non eri nessuno. Io ero “quella che è in classe di….” che non è male. Perchè mi permetteva una certa riconoscibilità. Per fare un esempio. Ho venduto le foto di due miei compagni di classe ad alcune ragazze di prima. E ho mangiato a scrocco per aver fatto le presentazioni ufficiali del figo di turno. Not Bad !!!

Solo che se ci fosse stato il ballo di fine corso, io sarei stata davvero in crisi. Il dilemma “andare – non andare” mi avrebbe attanagliata per mesi. E non era il dilemma Morettiano “mi si nota di più se vado e sto in un angolo o se non vado per niente”; ma piuttosto “Quelli papabili sono impegnati, gli altri non mi cagano…. vado da sola o sto a casa?”. Che poi probabilmente, a pensarci ora che ho scoperto l’autostima, qualcuno avrebbe anche voluto invitarmi. Ma a 18 anni ero vagamente insicura, snob (più di ora) e in Daria mood perenne. Il che non era certo un aiuto per i possibili pretendenti, che erano comnque tardoadolescenti insicuri, arrabbiati e frustrati che non avevano il coraggio di esporsi esattamente come me.

Però io Spigarelli a fare da chaperone avrei tanto voluto vederlo. E Gugliotta? Parliamone. Le uniche ragioni serie per provare a propinare l’idea di un ballo al Boccioni.

Ora passiamo alle cose serie. Cari produttori di film americani per teenagers, perchè vi ostinate a propinare film sul ballo di fine anno, quando il meglio è già stato fatto? Qualcuno di voi pensa per caso di poter raggiungere le vette toccate in Buffy – TVS S03E20? No, non ci riuscirete mai. 

    

Un giorno, quando avrò tanto tempo e tanta voglia di scrivere, spiegherò a voi zoticoni malfidenti perchè Buffy TVS è la miglior TV Series x teenagers mai esistita.

Poschina –  Eternamente grata di non aver dovuto partecipare al Prom.

Postilla: è inutile che cerchiate di farmi dire con torture varie chi era il ragazzo del cornetto algida e chi l’ex popolare, non più popolare…. non ve lo dirò mai !!!!

Non chiedetemi di essere comprensiva

Qualcuno ha definito “schiavi” i pendolari che ieri mattina hanno forzato le serrande della metropolitana pur di salire sul treno che li avrebbe portati al lavoro. Beh, io non mi sarei mai assacchettata sotto una transenna della metropolitana, ma devo ammettere che mi sono sentita offesa lo stesso.

Sono una schiava,una derelitta, una loser. Sono una di quelle che arriva al lavoro con una media di 10 minuti di anticipo. Non rubo i minuti in pausa pranzo, e nemmeno li rubo all’uscita. Io faccio quello che devo fare.

E mi incazzo come una iena quando per causa non mia, arrivo tardi o ci metto due ore e passa a tornare a casa la sera. Tendenzialmente sono una a favore della protesta, anche quando mi crea problemi. Sono simpatizzante orgogliosa di chi cerca di migliorare la sua condizione, ho appoggiato 7 anni di scioperi sorridendo a dipendenti ATM e Trenord convinta che avessero ragione loro.

NO. Non hanno ragione e mi sono rotta i coglioni.

E’ evidente, se sono 5 anni che non gli rinnovano il contratto, che il governo se ne fotte dei loro scioperi anche perchè, escluso l’utente sfigato che arriva tardi a casa o si fa 10 km a piedi, non intaccano nè le casse dell’azienda, nè urtano la sensibilità dei dirigenti. Se lo sciopero causasse un mancato introito, il problema contratto sarebbe già risolto, ma ormai il 99.9% dei pendolari è abbonato ed ha quindi pagato in anticipo il servizio, prendendolo nel culo alla grande. Una volta, in una situazione come quella di ieri, avrei almeno potuto forzare i tornelli e non pagare il pedaggio per un servizio che effettivamente non era fornito, ma ora i miei soldi l’ATM li ha già in tasca per tutto il mese di ottobre dal 28 settembre scorso, quando ho ricaricato la tessera. E nessuno mi rimborserà un cazzo. Mentre i dirigenti viaggiano in auto blu e i dipendenti se la menano perchè nessuno li caga, io subisco. Non proprio in silenzio ma subisco.

Ieri mattina è cominciato tutto con un presunto malore in zona Lima. Treni fermi, accumulo di gente, attesa del 118 e via dicendo. Risultato? A 10 minuti dalla serrata migliaia di persone attendevano o sulle banchine o, peggio, in vagoni pieni, senza aria condizionata, in gallerie buie e claustrofobiche. Mi è andata di culo perchè ero in banchina a smadonnare e non pigiata in mezzo a gente preda di attacchi di panico.

Alle 17.25 esco dall’ufficio e mi dirigo alla metropolitana. San Babila, linea 1 – rossa. Banchina strapiena. Passa il primo treno e non si riesce a salire. Passano 9 minuti e arriva il secondo. Pieno. Nessun annuncio di guasti, malori, ritardi. Riesco a salire che sono le 17.35. Alle 18.02 ho il treno. Ce la posso fare.

NO. Non ce la farò.

Il mio treno pieno come e peggio di un uovo va a 1 metro al minuto, si ferma per decine di minuti rigorosamentre tra una stazione e l’altra ed è senza aria condizionata. Un quarto d’ora e la gente comincia a manifestare la sindrome da Overlook Hotel. Poi un guasto alle porte, e quando finalmente ho sorpassato Cairoli  e mi avvicinavo a Cadorna ci fermiamo nuovamente e ci annunciano che c’è un treno fermo in Cadorna e non si riesce ad andare avanti. Altri 10 minuti così.

Vi chiederete perchè non sia scesa ad una fermata intermedia. Semplicissimo. Non si poteva. C’era talmente tanta gente sia nel vagone che in banchina che non si riusciva nemmeno a scendere. Arrivo snervata, sudata, incazzata e decisamente poco empatica in Cadorna alle 18.05. Ho perso il treno ed odio con tutta me stessa indistintamente tutti i dipendenti ATM e del loro rinnovo del contratto ormai non me ne frega nulla. Intanto bloccano i tornelli in entrata e impediscono alla gente di raggiungere le  banchine.

Al mezzanino una sciura chiede istericamente “Ed ora, come faccio ad arrivare a Gessate?” ed un addetto ATM le risponde con fare stizzito “Poteva organizzarsi ed uscire per tempo dal lavoro, in fondo che c’era sciopero era cosa nota”. Al che, dopo attimo di silenzio, parte lo sfogo della sciura “Pezzo di merda, sono uscita dal lavoro alle 17.00 ed ho passato 45 minuti bloccata sul treno, stamattina sono arrivata in ritardo, cosa devo fare? Prendermi una giornata di ferie per voi?” e così la situazione è degenerata, arrivano i caramba per cercare di salvare gli impiegati ATM, danno retta alla gente che urla, si incazza e bestemmia…. e così si conclude la mia avventura.

Scoprirò poi che alcune migliaia di pendolari incazzati (tra cui alcuni insospettabili colleghi) si sono rifiutati di lasciare i convogli e le banchine nonostante i ripetuti annunci ATM che lo sciopero era cominciato. In pratica si sono ammutinati. Pretendevano di essere portati a casa. Pretendevano di avere il servizio per cui avevano pagato. Pretendevano giustizia. Hanno rivoltato la frittata e impedito agli scioperanti di scioperare. Stupendo. Rifacciamolo al prossimo sciopero che vengo anche io a fare numero. Facciamogli provare quanto è divertente essere un ostaggio.

Lo scopo di uno sciopero dovrebbe essere quello di creare disagio/fastidio/perdita all’azienda che ti sta sfruttando. Lo sciopero dei mezzi pubblici, in generale, danneggia solo l’utente finanziatore del servizio. Se lavori in Ford e vuoi protestare contro la società che non ti paga appastanza, blocchi la produzione e fai perdere all’azienda un sacco di soldi. L’azienda si accorge che non guadagna e scende a compromessi. Ma se blocchi il treno a perderci è il pendolare  e non l’azienda.

Volete il rinnovo del contratto?

Ok, picchettate la sede ATM. Prendete a calci i dirigenti, ricopriteli di uova marce, date fuoco alla sede centrale. Fate quel cazzo che volete ma smettete di rompere le palle a povera gente che per colpa vostra perde ore di permessi che potrebbe utilizzare per se stessa e non per fare un grantour nelle gallerie della metropolitana. Vorrei vedere se un giorno per protestare contro la mia società, sequestrassi un dipendente ATM a caso perchè sai, così creo un po’ di disagio… ma che cazzata è?

Poi dico? Sindacati di merda, ma siete ancora fermi agli anni sessanta e allo sciopero del trasporto pubblico? Ma è possibile? Non siete capaci di farvi valere con altri mezzi? Io vi odio. Davvero. Vi odio. Non potete protestare in senza danneggiare chi, acquistando biglietti e abbonamenti, vi da da mangire la pagnotta? Perchè io, con il mio abbonamento vi do da mangiare, cioè se noi tutti dal mese prossimo smettiamo di prendere autobus e metrò voi nel giro di due mesi siete a casa. Altro che rinnovo del contratto ed iscrizione al sindacato. Forse non vi è chiaro, ma lo scettro del potere è in mano all’utenza. Siete sicuri di volerci esasperare?

Un sentitissimo VAFFANCULO !

Poschina Schiava ed orgogliosa di esserlo

Vita Metropolitana

Per vita Metropolitana intendo quel particolare lasso di tempo della giornata nel quale il pendolare cittadino medio (io) è costretto ad usufruire dei mezzi pubblici e nello specifico della metropolitana milanese (linea rossa) e dei treni delle ferrovie nord.

Ora vi elencherò (dalla meno irritante a quella intollerabile)  le categorie di persone che odio di più. E badate bene che ho scritto di più perchè quando fai il pendolare la gente la odi in generale. Nulla di personale, ma insisto che non siamo fatti per restare troppo tempo in spazi stretti tutti insieme appassionatamente.

Questo post contiene Volgarità – Razzismo spicciolo – Rabbia – Sarcasmo.

Giusto perchè altrimenti qualcuno potrebbe poi accusarmi di non aver avvertito adeguatamente.

10 – Gli anziani ansiosi: Trattasi di coppie di anziani in giro, molto probabilmente, alle 8.10 di mattina perchè alle 14.30 devono andare a fare una visita e si sentono più sicuri se arrivano presto. Solitamente non sanno dove andare, nè come, nè quanto durerà il viaggio e quindi sono arroccati proprio vicino alle porte e guardano tutti, ma proprio tutti, come se fossero dei predatori pronti a sbranarli. Non fatevi ingannare. Sono pericolosissimi. Ad una prima occhiata vi sembrerà che possano cadere da un momento all’altro con un alito di vento, in realtà hanno la straordinaria capacità  di tassellarsi a terra, sono spigolosissimi e se per caso li urtate oltre al fatto che loro non si spostano di un millimetro e che il loro gomito vi avrà feriti gravemente, il mondo intero vi guarderà con astio perchè ai suoi occhi avete cercato di fare del male a creature indifese.

9 – Le madri con carrozzina (situazione aggravata in caso di bambini multipli): Via il dente, via il dolore. NON SI PUO’. Le carrozzine/passeggini devono essere chiusi. Questi esseri sostano di fronte alle porte, ancorate ad un palo con carrozzina/passeggino di fronte, occupando ad occhio e croce almeno almeno 10 posti. Hanno sempre l’aria di essere delle madonnine infilzate e la usano ad hoc per cercare di non farsi odiare. Tutti, me compresa, sorridono al pupo. Tutti, me compresa, caccerebbero la natività fuori dal vagone a calci, soprattutto quando il pupo piange/ride/fa i versetti, si insomma, dimostra di essere vivo. Perchè voi forse non lo sapete, ma i suoi versi si sentono anche col volume dell’Ipod al massimo. Nel caso peggiore la madre ha altri figli, i quali sono attaccati ai pali, non stanno fermi, non rispettano le leggi non scritte della civiltà metropolitana e soprattutto hanno sempre l’aria di essere lì lì per vomitare (ok, questa è una mia fisima).

8 – I Palestrati: Generalmente uomini in giacca e cravatta che vanno in palestra durante la pausa pranzo. valigetta 24ore di marca, aria di manifesta superiorità, occhiali, borsone da palestra. No, non un normale borsone. Una specie di sacco per cadaveri (la dimensione è quella) che tengono rigorosamente su una spalla, abbattendo, urtando e infastidendo gli altri occupanti del vagone. Ad aggravare la situazione due cose: il fatto che stanno sempre smanettando con il cellulare (che 9 volte su 10 è un balckberry, l’altra un Iphone) e quindi si muovono agitando il saccone addosso agli altri e il fatto che spesso viaggiano in coppia, quindi due borsoni, due arie di manifesta superiorità e due agitatoni del cazzo che probabilmente si scrivono a vicenda.

7 – Quelli che hanno l’ansia di salire: Cominciamo con il dire che amo questa categoria perchè è una delle poche sulle quali puoi infierire senza che gli altri ti guardino male e ti facciano sentire in colpa. Questi decerebrati sostano dulla banchina in spasmodica attesa del treno e quando questo arriva, si piazzano davanti alle porte impedendoti di scendere. Sono una categoria omogenea, donne, uomini, ragazzi. Il bello è che, avendo il diritto di scendere, puoi; anzi devi, prenderli letteralmente a spallate per farti spazio e raggiungere l’uscita. Il che è liberatorio. Spallare una persona che ti impedisce di fare qualcosa aiuta l’umore, allontana la frustrazione, scioglie la cellulite. Giuro.

6 – Quelli che sono troppo pigri per scendere e risalire: Solitamente, mi scoccia ammetterlo, donne. Altrettanto solitamente si sistemano di fianco alle porte, appoggiandosi alle piccole maniglie appese al muro (impedendo in questo modo a chiunque di aggrapparsi) e non ci sono cazzi che tengano, loro da lì non si muovono nemmeno con le cannonate. Succede che, all’aprirsi delle porte, la gente all’interno del vagone comincia a muoversi verso l’apertura mentre loro, noncuranti, restano al loro posto. In silenzio, senza mai girarsi o porsi anche solo un vago dubbio in merito alla questione “tutti mi spingono e mi smadonnano violentemente dietro”. Da una parte invidio il loro menefreghismo. Dall’altra, spero sempre che muoiano tra atroci dolori.

5 – Le donne sudamericane: Non sono insopportabili sul vagone, ma fuori. Nei corridoi, sulle scale, ai tornelli. Per prima cosa, comincio con il dire che hanno una flemma irritante. Viaggiano principalmente in coppia, chiacchierando del più e del meno, alla velocità approssimativa di 150 metri all’ora. Tu, pendolare medio, sei di fretta. Non perchè sei milanese, ma perchè come minimo il treno è in ritardo di venti minuti e vorresti riuscire ad arrivare al lavoro in tempo per non dover recuperare la sera. Potresti farlo, se non avessi davanti le donne sudamericane. Lente, con dei culi astronomici, che oscillano a destra e a sinistra, fottendosene di tutto e tutti si stagliano esattamente al centro delle scale o del corridoio e ti impediscono fisicamente di andare al tuo passo. Sei costretto a stargli dietro. SEMPRE. Cioè sono sempre come le ho descritte. Mai una volta che ne abbia vista una non dico correre, ma camminare normalmente. Sono il mio equivalente della vecchina sulle scale davanti a Mr. Bean.

4 – I Lap Dancer: Sono la variante più fastidiosa del punto 6, perchè sono abbrappati, sovente a gruppi, al palo centrale. Quello esattamente davanti alle porte. Spesso sono gruppi di giovani. Ancora più spesso sono gruppi di fruitori occasionali del mezzo pubblico e non sanno che pesci prendere. Letteralmente terrorizzati dall’idea di staccarsi dal palo, restano indifferenti a qualsiasi spinta, insulto, calcio o spallata voi vi ostiniate ad appioppargli. I peggiori della serie sono le donne ricche sulla cinquantina, perchè assolutamente convinte di non essere nel torto e perchè usano quantità spropositate di profumo, che aggrava la situazione già insostenibile di chi deve superarle per raggiungere l’uscita. Ovviamente le Madri con carrozzina appartengono anche a questa categoria. Sono più giustificabili perchè avendo la carrozzina non possono stare in nessun altro posto. Tra i Lap Dencers più accaniti si annoverano i tifosi inglesi/tedeschi ubriachi che usufuiscono del mezzo per andare a San Siro per assistere alle partite di Champions o Europa League.

3 – Gli aficionados dello zainetto: Un giorno, qualche designer che non prende mai i mezzi pubblici, ha deciso di inventare gli zaini per pc. Fottiti, stronzo. Hai generato una serie di mostri. Vanno in giro con il loro zaino, e fin qui nulla di male. Però…. Però qualcuno dovrebbe gentilmnte o a calci e pugni, spiegargli che il suddetto zaino si può togliere dalle spalle. O meglio. Va tolto dalle spalle. Perchè? Beh, semplice, perchè praticamente lo sbatti in faccia a tutti quelli che ti stanno dietro e nemmeno te ne rendi conto. Sali, scegli dove andare, ti sfili lo zainettino e lo appoggi per terra in mezzo, o di fianco, alle gambe. Fatto. Semplice. Intelligente. No, loro lo tengono su per tutto il viaggio continuando a girarsi a destra e a sinistra così fieri del loro zaino di merda che lo vogliono vedere tatuato sulle facce altrui.

2 – I Letterati: Ecco la mia categoria di appartenenza. Il letterato è il tipico personaggio che sfrutta il tempo sul mezzo pubblico per fare quello che non avrebbe tempo di fare altrimenti: leggere. Che è anche bello, se non fosse che non guarda in faccia a nessuno. Se deve leggere, legge ovunque, anche uando non c’è spazio, sfruttando parti del corpo altrui a modi leggio. La cosa irritante è che si fanno la guerra per accaparrarsi un paio di centimetri quadrati nei quali aprire il loro fottutissimo libro. E non importa se non c’è spazio, se lo creano usando il libro come ariete. I più irritanti di tutti (io ovviamente appartengo a questa sotto categoria) sono quelli che vanno avanti a leggere anche nei corridoi e sulle scale. Sbattono contro gli altri utenti, rallentano per girare pagina, si infastidiscono sonoramente se qualcuno per caso urta il loro prezioso libro, guardano con grande snobismo quelli che invece passano il tempo a giocare, chattare, smanettare con lo smartphone.

1 – Quelli che fanno lo struscio: In assoluto da eliminare. Che poi mica sono i maniaci che ti toccano il culo o strusciano il membro… no, sono quelli evidentemente convinti di essere in un paesello terronico di provincia e salgono sull’ultimo vagone della metro, per risalire la corrente stile salmone, fino al primo. Perchè? E che ne so. Io mi limito a maledirli ed odiarli. Perchè mi chiedo cosa spinga una persona apparentemente normale a farsi tutto un intero treno della metropolitana strisciando in stile Gollum in mezzo a gente incazzata, che ti insulta, spesso puzza, in estate è sudaticcia, in inverno fradicia di pioggia/neve, solo per giungere in testa al treno. Perchè? Perchè? Se vuoi stare nella priam carrozza, sali sulla prima carrozza. Se per caso le scale per uscire dalla metro sono in testa alla banchina e tu sei salito sull’ultima carrozza, no problem. Quando scendi, risali la banchina che cmq. sarà meno fastidioso che farsi il treno strusciando contro chiunque. E poi, oggettivamente, dai fastidio e stai sul cazzo.

Poschina, costretta da un mondo cattivo e vendicativo al pendolarismo

La finale ai tempi di Whatsapp

Questo è un esperimento. Siamo all’ottavo minuto del secondo tempo di Spagna – Italia e siamo sotto di due gol. Scriverò le mie impressioni in diretta….visto che sono a casa da sola con un cane che preferisce inseguire una formica volante per tutta casa piuttosto che ascoltare le mie madonne, almeno faccio qualcosa che tiene attivo il cervello….

Dovete sapere che parte dei miei amici è a Barcellona (non li invidio), parte a Garbagnate, parte in Puglia. Siccome non voglio rinunciare ai porconi dei miei più cari “friends” ho creato un gruppo su Whatsapp che ci permette di sentirci vicini-vicini anche se siamo lontani-lontani.

Frase più scritta?

Porca puttana e derivati religiosi o buffi.

Intanto l’Italia ci sta provando. Senza troppa convinzione ma ci sta provando.

Su Twitter @Iddio è lanciatissimo insieme a @ValeYellow46 che ha fatto la miglior battuta sull’inutilità dell0intervista di Abate nell’intervallo.

Devo ringraziare la new Technology perchè mi permette di essere con i miei amici anche se non siamo sullo stesso divano a sudare, bestemmiare e mangiare pop corn.

Tanto per cambiare non sono affatto positiva, non credo che riusciremo a recuperare, spero solo che non ci infilino altri 3 gol per completare l’umiliazione. L’Italia non finalizza. Non conclude. Il problema che abbiamo sempre avuto, basti pensare che con la Germania potevamo, anzi dovevamo, infilarne almeno altri 2 tranquilli tranquilli.

Per capire come siamo messi male, abbiamo appena fatto entrare Thiago motta ed è già fuori per un problema muscolare. Mia nonna reggeva meglio la fatica. Che cazzo…. non puoi entrare e uscire in due minuti… non esiste.

Siamo intanto giunti al minuto 66 e 50 secondi. Ora resta solo la remota possibilità di un miracolo.

Resto convinta che qualcuno o qualcosa porti sfiga. Forse il mio cominciare a crederci? Forse quel poco di entusiasmo che pervadeva gli animi degli italici in questo week-end? O forse il fatto che l’Italia quando sa che deve incontrare la Spagna, si caga nelle mutande?

Il grandissimo vantaggio di perdere sta nel fatto che andrò a letto presto e domani mattina alle 6.00 sarò un fiorellino…lo svantaggio sarà leggere i titoli idioti dei giornali domani, e vedere la faccia di Renè Ferretti in preda al solito attacco di emorroidi nel post partita pessimo della Rai.

Sono appena stata attaccata da una formica volante e per poco nella sfida  non vince lei…. ma che cazzo ci fanno tutte queste formiche volanti? Sarnno mica gli spagnoli travestiti che tentano di infastidirmi ancora di più?

Se c’è una cosa che odio è quando perdiamo e i cronisti Rai cominciano a giustificare le mancanze dei nostri giocatori con le teorie più assurde che esistono oppure li esaltano fino all’impossibile….

Ma dico? Quando lavoro male mica c’è qualcuno che commenta con frasi come “d’altronde è venerdì, poverina è stanca e non ha avuto il tempo di recuperare” oppure “guardate come nonostante tutto riesce a compilare il bolletino postale”… roba da matti. Rai: Vaffanculo.

Grazie a dio mancano solo 12 minuti…altrimenti ne facevano altri 5.

Cmq. la premiazione non la guardo. Appena fischiano esco con Yosholoso, facciamo il giro…poi piscio, mi lavo i denti e mi fiondo a letto col ventilatore (chiamo così il mio amante) e mi rilasso prima di infilarmi, domani mattina, in quella merda del mio ufficio.

Poi Porca Puttanazza fate il gol della bandiera… e che cazzo !!!!!

Nel mentre…cioè mentre pensavo a cosa scrivere sulla lavagna dei pronostici..è successo questo:

No, non il gol della bandiera ma il terzo gol della spagna. Quell’idiota di Torres…colui che non ha segnato un gol per almeno 6 anni è riuscito senza alcuna difficoltà ad infilarci il terzo certiolo nel culo. Infatti @ stanzaselvaggia twitta Non c’hanno fatto il biscotto per servirci direttamente il pranzo completo.…mai frase fu più azzeccata.

Ahahahhahah….4° gol. Oddio c’è tempo per la manita.

No, ma il divano in pelle è l’ideale d’estate, non sembra affatto che mi sia pisciata addosso….

Io mi ritengo comunque soddisfatta perchè ho visto il Barca perdere la Champion…. che dire? Sono una piccola persona che gode nelle sfighe altrui. E me ne vanto.

Temo che Buffon abbia scommesso sulla manita….

3-2-1 Triplice fischio.

Ciao Bastardi… alla prossima.

Poschina sempre delusa

 p.s. basta cronisti Rai…fate ridere

Breaking Dawn; why not

Potrei passare ore intere a spiegarvi perchè Twilight sì.

Ma significherebbe farvi entrare nei meandri del cervello di una donna e cercare di rendervi edotti sui terrificanti processi che permettono a qualsiasi essere di sesso femminile di trovarsi irrimediabilmente sessualmente attratta da qualsiasi uomo sia romantico, devoto e follemente innamorato di voi. Se poi ci aggiungi la meravigliosa pettinatura che Ed aveva in Twilight allora è fatta.

Invece mi concentrerò sul perchè non è stato il caso per me di andare a spendere 8.50 euro + pop corn e bibitone gelato per vedere la prima parte dell’ultimo capitolo della saga.

Già la lettura era lacunosa. Ok agli spermatozoi cecchini di Ed. Ok alla gravidanza superveloce e pericolosa, ok alla bambina bellissima, mezzosangue e che cresce supervelocemente (chissà perchè poi….), ok anche alla cazzata dei lupi mannari che hanno l’imprinting e quindi Renesme si innamora di Jacob e viceversa (giuro che il nome non l’ho inventato io a modo presa per il culo. E’ quello vero), ok anche a Bella vampira meraviglioserrima.

Bene. Ci ho messo poche righe per riassumere l’intero libro di oltre 600 pagine. Vi è chiaro eprchè mi sia rifiutata di andare a vedere il film? Cioè 600 pagine dilatate in due capitoli da due ore l’uno nei quali non succede un cazzo e scommetto la mia mano sinistra che non si vede nemmeno il culo nudo di Ed o una tetta di Bella. Di solito quando un film è carente nella trama mi accontento delle scene di sesso. Se sono fatte bene, tanto meglio. Ma scommetto la mia tetta sinistra che a parte guardarsi languidamente e fare faccine del cazzo non si sia visto altro.

Oltretutto la mia ultima esperienza con la saga è stata fallimentare. Ridevo. E non è mai bello ridere durante le scene drammatiche. Mai.

Attenderò che Sky passi il film in chiaro (cioè non su prima fila) conscia di non perdermi un cazzo. Film che guarderò da sola (povero CCNDEN…sai che tortura) con pop corn e bibitone, pronta a sghignazzare senza tregua o ritegno sul divano di casa mia. Magari con copertina e Yosholino.

Poschina non molto breaking e nemmeno dawn

E poi BASTA …. BASTA con queste immagini ingannevoli. In tutte le volte che ho fatto sesso MAI una nella quale mi sia messa in posa plastica con aria sognante. MAI !!!!!!!! Che fai? Sesso e stai lì come un ciula a chiudere gli occhi stile educanda, mentre lui ti accarezza la faccia…. e tu manco un capello fuori posto…. Ma fammi il piacere !!!!!

How I Find to be Vip….

Ed ora puoi baciare la sposa.

Sappiate che questa frase non esiste, è pura invenzione. A prescindere da tutte le stronzate che i telefilm ci hanno inculcato nella mente dovete sapere che sono stata al mio primo matrimonio completo….ossia funzione, aperitivo e cena.

Contesto: Basilica di san Lorenzo Maggiore – Milano ed a seguire Villa San carlo Borromeo – Senago, dove servivano solo acqua San Carlo Spinone….e se non è stile questo non so che altro dire….. 

Tipo di matrimonio: High Society Milanese

Grado di conoscenza con gli sposi: collega dello sposo da 5 anni, sconosciuta alla sposa.

Grado di difficoltà nel presenziare: Altissimo….a conseguenza della presenza di tutta l’altissima dirigenza della mia società, la bassa dirigenza, i consiglieri, Presidente, Vice presidente + diversi personaggi di spicco che bazzicano il mio mitico Office.

Inutile dirvi che eravamo, noi colleghi inferiori, in ansia da prestazione. La parte più difficile per me è stata la scelta del vestito. Non dovevo essere troppo appariscente ma nemmeno scialbo….un incubo. Poi lui, il bellissimo vestito blu e azzurro a cui ho abbinato dei meravigliosi sandali tacco 10 argento, una pochettina argento con fiocchetto con strass, stola blu e udite udite, un cerchietto argento che mi stava divinamente.

E’ così che ho scoperto di essere nata per appartenere all’alta società. Perfettamente a mio agio sul tacco, nel vestito elegante, mentre morbidamente lasciavo che la stola scoprisse le spalle decorate dalla mia meraviglioserrma rana appena tatuata. Perfettamente truccata ed inserita in un ambiente non mio, tanto che due pezzi grossi si sono addirittura sentiti a loro agio nello schezare con me e CCNDEN. il quale indossava un meraviglioso completo di Ugo Boss che sembrava tagliato apposta per lui. Lo portava con tale disinvoltura che sembrava fosse il suo abito quotidiano.

Abbiamo infranto la Sacra Regola del tableau mariage spostandoci da un tavolo la cui compagnia non era gradita ad uno in cui la compagnia era graditissima. CCNDEN ha stretto un Legame profondo con un mio diretto superiore del quale non farò il nome per creare un po’ di aspettativa (che fa sempre bene).

In soldoni è stato un bel matrimonio, mi sono divertita, ho riso, scherzato, riflettuto, mangiato, stupito tutti per la mia maestria nel restare 10 ore sul tacco con disinvoltura.

Eravamo una coppia perfetta. Meravigliosa. Invidiabile.

E non ho nemmeno dovuto mettermi una maschera, tutto naturale. Nessun sorriso finto, nessuna esasperazione dell’umore, nessuno sforzo.

Esaurito l’argomento matrimonio, passiamo a qualcosa di davvero importante: How I met You Mother, episodio 13 stagione 2. Barney, che io AMO, racconta la sua prima volta mentendo agli amici e rivisitando la trama di Dirty Dancing…. Inimitabile !!!!!! Assolutamente da NON perdere…. Go Barney Go !!!!!

Poschina Very Important Person

I giornali, Mon Amour

 

Se c’è una cosa che mi da sempre porche soddisfazioni, è leggere i titoli dei giornali.

La maggior parte di questi è fuorviante.

Roba che tu ti aspetti una cosa e invece quando leggi l’articolo scopri che è tutt’altro. E ci rimani molto male.

E ti incazzi. E ti viene voglia di sfondare di calci il Pc, il giornalista e il redattore che ha permesso uno scempio simile.

Oppure sono titoli dei quali non ce ne può fregare di meno.

Oggi analizzerò per voi i titoli del Corriere.it

 

1. Follia Ultrà – Attacco a Maroni: i tifosi dell’Atalanta (chi altrimenti?) mettono a ferro e fuoco la festa della lega per protesta contro la tessera del tifoso. Per me l’ultrà è paragonabile alle muffe. No, non quella del gorgonzola, la muffa di umidità. Fastidiosa, nociva, inutile; e come tale andrebbe trattato. Invece no, da noi gli ultrà vengono coccolati dalle società calcistiche, finanziati, tollerati.

 

2. Gheddafi arriva a Roma assieme ai suoi 30 cavalli. Primo: chi se ne frega. Secondo: non fatemele nemmeno sapere queste cose che mi girano solo i coglioni. Terzo: gli infilerei la tenda nel naso e i cavalli in altri posti.

 

3. La notte della taranta; diretta su corriere.it: Chi se ne frega…davvero, chi si guarderebbe mai in diretta la notte della taranta? Seriously????

 

4. Simonetta – Appalti e 007 – L’ultima pista di Via Poma: Questo lo leggo. Se non altro per capire dove stiamo andando a parare a distanza di così tanti anni. E’ in assoluto il delitto che ha influenzato di più la mia infanzia. Una ragazza massacrata a colpi di tagliacarte nell’ufficio in cui lavorava. Ad Agosto, a Roma. Palazzi vuoti. Strani movimenti, depistaggi, prove perse….la solita storia all’italiana. In pratica un tizio che lavorava per i loschi traffici di cooperazione con Africa e altri paesi sostiene che la Cesaroni era a conoscenza dei loschi traffici della sua azienda e che sia stata fatta fuori perché sapeva troppo, come già successo ad altre persone coinvolte nei traffici illeciti di diverse società….Ora, l’articolo è abbastanza interessante, l’argomento scottante, vedremo se tra 4 giorni qualcuno di ricorderà del caso…..

 

5. Argentina – Tolto ad una donna sarcoma da 23 chili: con tanto di foto del sarcoma; che schifo.

 

6. Vivo con 14 euro al giorno – Studio, lavoro, combatto: Ecco i titoloni fuorvianti. Allora uno si immagina un povero sfigato che è stato licenziato dal lavoro e deve mantenere la famiglia e i vicini di casa + il cane e canarini. Invece……la verità è questa. Il ragazzo in questione non è sfigato. Vive con 14 € al giorno perché ha deciso di farlo. Ha 28 anni. Scopre che, limitando i bisogni si risparmia. Complimenti. Per caso ha scoperto anche che se metti l’acqua sul fuoco si scalda? Cmq. Il nostro amico finita la scuola si iscrive all’università e fa filosofia, poi però, dopo la laurea, si rende conto che non è la sua strada e si iscrive a psicologia. A questo punto immagino che i suoi genitori gli abbiano comunicato che non erano intenzionati a mantenerlo e lui si è adattato alla situazione. Quindi, pur di non fare come il resto del mondo che si trova un lavoro, esce di casa e si fa il culo per mantenersi, lui sta a casa dove mamma e papà pagano luce, gas e vitto; mentre lui studia, lavoricchia, si pettina in modo agghiacciante, fa il figo sui giornali dicendo che lui non è vittima del consumismo…..bla…bla…bla…. Niente di male nel volersi laureare una seconda volta, niente di male nel non volersi abbassare ad un lavoro che non ci piace, niente di male nel non volersi piegare ad una società consumistica….però…. Però non farmelo passare come un eroe. Ha fatto una scelta. Ha scelto di non andare a lavorare per prendere una seconda laurea, ha scelto di non andarsene di casa. Io trovo più eroico un amico che dopo aver perso il padre, ha dovuto rimboccarsi le maniche, lavorando e prendendo il diploma la sera, per aiutare la sua famiglia.  Ma poi sentite il giornalista, vi prego :” C’è un gruppo di giovani poco indulgenti con se stessi, che si sentono colpevoli del loro status, che entrano nella loro stanza in punta di piedi, cercando di essere inquilini invisibili di mamma e papà. E lo fanno risparmiando, tenacemente, su tutto. Con una premessa: non è tirchieria, ma senso del dovere, rispetto per i familiari. Questo ragazzo che vive alle porte di Milano è così: con un diploma all’istituto alberghiero poteva fare il barman «strapagato» e invece si è rimesso sui libri, scommettendo su se stesso. Imparando a contabilizzare la sua vita”. Nemmeno avesse mollato tutto per andare nel Congo Belga ad aiutare i bambini soldato. Mio padre direbbe che non ha voglia di fare un cazzo e stavolta non me la sento proprio di dargli torto.

 

7. Culi al mare, tette al mare…..insomma le solite cose di agosto.

 

8. Clerici –critiche ingiuste sul mio contratto Rai: pagando il canone mi sento chiamata in causa. Trovo che 1.8 milioni di € siano un insulto a tutti quelli che lavorano. Per fare trasmissioni di merda come il treno dei desideri o peggio quello in cui i bambini cantano con i genitori, io più che pagarla, la frusterei.

 

Bene, mi sono sfogata con questi titoli del cazzo.

Ora torno ad aspirare muffe, muffine e muffette.

Devo resistere ancora poco…..

Evvai……

 

Poschina

Ho taciuto per anni…

 
Ho taciuto per anni su un tema scottante.
Stupro a danno di giovani modelle inesperte da parte di personaggi famosi di vario genere.
Ho taciuto per anni in quanto temevo di essere giudicata per le mie idee.
Ora basta.
 
Leggo sul corriere di oggi che una signora, all’epoca dei fatti signorina, ha accusato Polanski di averla drogata e stuprata.
Primo.
Il fatto che ti mettano il roipnol nella coca cola a tua insaputa è una sorta di leggenda metropolitana, nel senso che ci saranno 2/3 uomini in tutto il creato che usano questa pratica per portarti a letto, e nel caso, forse, nemmeno te lo ricorderesti.
Cmq.
Da quando sono piccola, pur non essendo una figa della madonna, sono stata accuratamente terrorizzata da parabole che mi educavano a non fare determinate cose, pena: stupro (o brutta situazione dalla quale è difficile uscire – più comunemente detto stupro)
Ex:
Non fidarti degli sconosciuti.
Non andare ad una festa con il primo che incontri perchè ti mettono la droga nel bicchiere e poi ti stuprano.
Non andare alla Casa del Vecchio da sola o con gente che hai appena conosciuto (la casa del Vecchio era una fatiscente dimora al Vivaio Lessona e sulla quale si raccontavano leggende di ogni genere).
Non credere alla baggianata della collezione di francobolli, farfalle, sassi o figurine; l’uomo vuole solo arrivare al sesso.
Tutte queste leggende, più diversi racconti capitati ad amiche di amiche, figlie di amici e quant’altro, hanno contribuito a farmi capire che forse non era il caso di andare a casa del primo che incontravo, imbottirmi di alcool e droga, farci sesso e poi essere costretta a denunciarlo per stupro in preda alla vergogna.
Si.
Avete capito bene.
Credo che tra il tizio che ti stupra al parcheggio dell’esselunga e Polanski ci sia una leggera differenza.
Mi spiego meglio.
Io amo, anzi venero, anzi idolatro un regista famoso qualsiasi, o un attore o Valentino Rossi.
Mettiamo anche che io sia una modella strafiga con velleità artistiche.
Mettiamo anche che io riesca a conoscere il mio idolo; riesca a farmi invitare ad un party.
Cominiciano a girare fiumi di alcool ed io lo bevo, perchè un drink serve a scaldare l’ambiente e a rendermi meno ingessata.
Ok, bevo troppo ma continuano a riempirmi il bicchiere.
Poi si passa che so io…alla canna…ma si, siamo buoni e in Seventies Style…..
Poi si passa ad una leccatina di un acido….
Poi lui, il mio idolo, comincia a provarci….
All’inizio ci sto…eddai cazzo !!! quando mi ricapita?
Poi però io non vado a letto con tutti quindi non voglio nemmeno andare a letto con lui, cerco di ribellarmi ma siamo tutti così strafatti che nemmeno riusciamo a capirci e alla fine lui mi scopa lo stesso, ma giuro che io non volevo.
Ecco, secondo me le cose vanno proprio in questo modo.
E, sempre secondo il mio umile parere, non è proprio come essere bloccata in un vicolo e stuprata dal primo maniaco che passa.
Ci sta anche dentro che un caso su 100 sia effettivamente quello che raccontano: una povera ragazzina di provincia che mai conobbe uomo che si trova in una situazione più grande di lei e non sa gestirla.
Ma a me il dubbio resta.
Chiamatemi antifemminista.
Chiamatemi stronza.
Ma tra la ragazza 16enne rumena costretta a prostituirsi sulle strade e una modella che bazzica ambienti vip, si droga e poi accusa di stupro (a distanza di 30 anni) il pollo da spennare, c’è una gran bella differenza……
O no?
Che poi essere costrette a fare sesso contro la propria volontà debba essere un’esperienza terribile, siamo tutte d’accordo…ma bisogna anche essere obiettivi.
Se vado a casa di un collega, gliela sventolo davanti, bevo 6 litri di birra, gli metto la lingua in bocca e poi lui vuole ciulare…beh…forse io ci ho messo del mio….
 
Poschina sessista-maschilista
 
 
 

Ma la Binetti…che CAZZO vuole?

 
METTIAMOLA COSì.
SONO AL LAVORO E SONO INCAZZATA.
O MEGLIO, STO ANDANDO AL LAVORO E QUINDI SONO INCAZZATA.
MI PRENDO CITY PER VEDERE LE RECENSIONI DEI FILM.
E INVECE L’OCCHIO MI CADE PRIMA SULLA FACCINA TRISTE CHE SOTTOLINEA IL BLOCCO DELLA LEGGE SULL’OMOFOBIA.
MI SPIEGO MEGLIO.
LA PROPOSTA ERA DI AGGIUNGERE L’AGGRAVANTE DI " REATO A SFONDO OMOFOBO" AI REATI COMMESSI SU GAY E LESBICHE ….. FACCIO NOTARE CHE ESISTE GIA’ L’AGGRAVANTE A SFONDO RELIGIOSO E QUELLA RAZZIALE E ALTRE AGGRAVANTI DI VARIO GENERE.
PREMETTO CHE NON ME NE FREGA UN CAZZO SE I FASCISTI HANNO VOTATO CONTRO.
NON ME NE FREGA UN CAZZO SE I BERLUSCONIANI HANNO VOTATO CONTRO.
MI INTERESSAVA CHE LA BINETTI VOTASSE A FAVORE.
PERCHE’ SE AVESSE VOTATO A FAVORE, AVREI CAPITO IL SUO RUOLO NEL PD.
INVECE LA STRONZA VOTA CONTRO PERCHE’ LEI E’ CATTOLICA.
PERCHE’ LEI PORTA IL CILICIO.
PERCHE’ LEI è UNA STRONZA.
MA ALLORA MI CHIEDO…
SE SEI UNA CATTOCONSERVATRICE BIGOTTA E PER GIUNTA COL CILICIO…..CHE CAZZO CI FAI IN POLITICA E PER GIUNTA NEL PD?
STAI A CASA.
LAVORA  A MAGLIA.
SFORNA FIGLI E POI CURA I NIPOTI.
VAI IN CHIESA.
PREGA.
INFLUENZA LE GIOVANI MENTI DEI TUOI NIPOTI.
INSOMMA FAI TUTTO QUELLO CHE FA UNA BRAVA CATTOLICA MA SOPRATTUTTO FATTI I CAZZI TUOI.
NON ENTRARE IN POLITICA E NON INFLUENZARE LE LEGGI.
LE LEGGI DEVONO ESSERE ESENTI DA INFLUENZE RELIGIOSE.
ALTRIMENTI FATE UNA LEGGE CHE PROIBISCE I RAPPORTI PREMATRIMONIALI, LA  CONVIVENZA, I PIERCING, I TATUAGGI E VIA DICENDO.
SE IO VENERO IL SOLE E GIRO NUDA PER I BOSCHI NON è CARINO CHE OBBLIGHI TUTTI A FARLO.
PERCHE’?
PERCHE’?
PERCHE’ L’AVETE PRESA.
NOI NON VOGLIAMO LA BINETTI.
NOI NON VOGLIAMO CATTOCNOSERVATORI NEL PARTITO.
NOI VOGLIAMO UN PARTITO LAICO.
NOI VOGLIAMO CHE LE LEGGI VENGANO SCRITTE SENZA CONDIZIONAMENTI.
IO NON POSSO SENTIRE UN PARLAMENTARE CHE DICE "VA CONTRO I MIEI PRINCIPI DI CATTOLICA".
TU NOI SEI CATTOLICA.
TU SEI UNA PARLAMENTARE E QUANDO DEVI DECIDERE SE FAR PASSARE UNA LEGGE O MENO LE TUE CONVINZIONI RELIGIOSE LE METTI VIA PERCHE’ NON ABBIAMO UNA LEGISLATURA BASATA SULLA BIBBIA E FACCIAMO LA GUERRA AI PAESI CHE HANNO LA LEGGE CORANICA PERCHE’ LI RITENIAMO PAZZI FANATICI.
QUINDI O AMMETTIAMO DI ESSERE PAZZI FANATICI ANCHE NOI….OPPURE QUALCOSA NON QUADRA NELL’AVERE LA BINETTI IN CASA.
LO DICO CON IL CUORE.
VATTENE.
VAI VIA.
ESCI DAL PARTITO E FONDA LA NUOVA DEMOCRAZIA CRISTIANA.
PRENDI IL TUO ADORATO CILICIO E LASCIA CHE IL RESTO DELL’ITALIA SCELGA SE ESSERE LAICO O CATTOICO O BUDDISTA O INDUISTA O ADORATORE DEL DEMONIO.
BASTA.
BASTA.
LA ODIO.
E ODIO CHI L’HA PRESA CON SE FACENDOMI SORBIRE I SUOI VANEGGIAMENTI CHIARAMENTE PROVOCATI DAI DOLORI INFLITTI DAL CILICIO.
 
POSCHINA INCAZZATISSIMA