Tema caldo: Le Ferie

Voglio essere onesta.
Molto onesta.
Io le ferie le odio.

Le ferie degli altri, si intende.

cartello-chiuso-per-ferie-4

Causa accavallamenti segretariali sul lavoro, io di ferie ne faccio ben poche. Due settimane rigorosamente ad agosto, rigorosamente quando anche il mio boss è via; due/tre giorni a Natale perchè altrimenti casca il mondo, un ponte massimo due l’anno e solo se il tutto si incastra perfettamente con le esigenze delle due colleghe che ricoprono lo stesso ruolo.
No, non mi va bene, ma al momento non posso farci nulla, quindi come ogni anno a fine luglio anche venerdì scorso si è aperta la “stagione della pantomima”.

Un ciao ciao ai colleghi di alto rango che spariscono per tre/quattro settimane, un “divertiti” alla collega che è perennemente in ferie, tanto da chiedersi se per lei ogni mese si accumulino 4 giorni invece che due, un saluto dignitoso e rispettoso ai superboss che intraprendono viaggi intercontinentali e via dicendo. Conscia che le due settimane a venire avrebbero aggiunto alla frustrazione di dover lavorare, la rabbia di essere considerata, improvvisamente e del tutto arbitrariamente, il punto di riferimento dell’intera azienda.

am4_punto_di_riferimento

Se normalmente non vali un cazzo e tutti te lo fanno notare parlandoti perennemente come se fossi una minorata mentale o una povera crista stipendiata per pura cortesia/carità/compassione, ad agosto sei un genio in tutti i settori: amministrativo, finanziario, legale, tecnico.

Memorabile lo scorso anno quando mi arriva una mail da uno dei superboss che mi invitava a telefonare alla responsabile del financing di una nota banca per prendere accordi in merito al rinnovo di un contratto. Alla mia domanda “Ma scusi, io non so nemmeno di cosa stiamo parlando, come faccio a concordare?” la risposta è stata “Guardi, basta che vi vediate dieci minuti e che venga stilato il documento, poi a settembre ci pensiamo…”

E questo non è nulla.
Posso anche guardare in faccia la super-responsabile del financing e dire “Mi dispiace ma in office sono rimasta solo io, quindi le tocca interfacciarsi con la segretaria” e buttare tutto sul ridere, ma che non posso accettare e che mi irrita oltre misura è l’esistenza del Blackberry prima e dello Smartphone oggi.

blackberry-bold-9930-keyboard

Questo aggeggio di Satana ha rovinato intere generazioni di sottoposti.
Tempo fa, al massimo il capo poteva telefonare e rompere i coglioni a quelli che erano in office. Ma c’era sempre l’imprevisto. In barca a vela non c’erano telefoni, nel villaggio 18 stelle in Malesia il costo era troppo elevato, c’era lo sbatta di dover trovare il telefono e recarsi sul posto, ricordarsi il numero dell’ufficio…. insomma tutte quelle cose che rendevano più menoso il telefonare alla segretaria per chiedere “tutto ok?”.

Ora invece si può comunicare ovunque. Costantemente. Sempre.
E se in parte le telefonate sono solo per accertarsi che tu sia seduta alla scrivania e non al cazzeggio con i 4 sfigati rimasti in office, in parte questo permette a chi è in ferie (nel mio caso si passa indistintamente dalla mail del boss supremo alla whatsappata del collega comune) di scartavetrare i coglioni di chi è in ufficio.

Io sono una tizia semplice.
Non hai un cazzo da fare? Vai in ferie.
Hai 125 lavori in sospeso? Stai a lavorare.

No.
Loro vanno in ferie e poi scrivono, chiamano, whatsappano, postano, insomma continuano a lavorare dal mare, montagna, divano di casa.
Uno: sei un pirla perchè ti stai perdendo le ferie, metti giù l’Iphone e scopati la cernia che ti sei sposato invece di mandare le mail a me che saprei benissimo come occupare il tempo se mi permettessero di fare le ferie.
Due: mi rovini l’ambiente semi/rilassato che si crea quando il 70% dei colleghi è fuori dai coglioni.
Tre: gioca con i bambini dei quali mi parli ogni fottuto giorno che dio manda in gloria lamentandoti che a causa del lavoro non li vedi mai. Non ho mai creduto che il tuo dispiacere fosse vero ma se dobbiamo interpretare un ruolo facciamolo bene, tu per primo.

No. Non cercate con me di fare il discorso: “Pensa che loro poverini sono in ferie e devono lavorare”

Non funziona.
Se devi lavorare, stai in ufficio, poi ti fai le due centrali d’agosto (lo sanno tutti che il mondo si ferma) e torni per l’ultima, così riesci a non generare danni e a non rompere il cazzo a quelli che sono COSTRETTI a stare in office.
Se invece vuoi prenderti 4 settimane perchè hai accampato scuse inutili e il capo pur di non vederti più te le ha concesse, allora passale facendo qualsiasi cosa, tranne scrivere a destra e a manca impartendo ordini.

Per caso, quando io sono in ferie, chiamo ossessivamente? Scrivo ossessivamente? Mollo il mio lavoro in sospeso agli altri?
No.

Stress-da-ufficio

Polemica?
As Usual.
Il punto è che più si hanno lavori di un certo spessore, carichi di responsabilità, ridondanti di sigle e inglesismi, più si latita durante il periodo estivo, lasciando che la baracca venga stancamente trascinata dal carro di buoi fino a settembre. Tuttavia, per far sentire l’aura di potere di cui sono circondati, anche quando non sono fisicamente presenti scrivono, impongono, scassano le palle anche peggio di quando sono in office.
Ma se hai così tanto da fare, perchè non facciamo cambio e tu stai qui a lavorare mentre io mi godo le ferie? Io, che vi ricordo, per 11 mesi e mezzo non conto un cazzo nell’economia aziendale.

Perchè l’anno prossimo non invertiamo i ruoli, tu stai al lavoro ed io scrivo dicendo alla receptionist che può chiedere a te per qualsiasi menata, poi ti chiamo chiedendoti come mai in amministrazione non c’è nessuno, poi ti whatsappo chiedendoti di recuperare un documento del quale io non ricordo nulla, ma cercando tra le 2000000 mail che hai nel pc dovresti trovare qualcosa relativo a quella cosa che abbiamo fatto nel 2013 o era il 2012? Pazienza, si tratta solo di cercare un po’ in giro.

Ah beh, ovviamente poi ti assillerò con domande esistenziali “Ma come faccio a fare questa cosa se non c’è chi la fa di solito e non c’è nemmeno un sostituto ed io ne ho bisogno ORA ? Anzi, ieri.”

Vediamo se poi non ti viene voglia di mandarmi affanculo.
Io mi sono incazzata persino scrivendo !!!!

Ferie !!! Io le vostre le abolirei !!!!

Poschina 

Go back to your playpen, Baby.

Questa frase è emblematica.
E’ emblematica perchè quando da ragazzina guardavo Dirty Dancing con gli occhi, il corpo e il cervello di chi è convinto di avere qualcosa da dare e da ricevere in questa vita di merda, mi irritava.
Non sopportavo il tono di Penny; come se parlasse con una decerebrata.

dirtydancing02gr6mq

Ad una ventina d’anni di distanza mi accorgo di essere diventata Penny.
Effettivamente solo una paraculata, giovane, inesperta, privilegiata figlia di papà come Baby, poteva permettersi di andare da una donna disperata, triste e sola a sciorinarle una vagonata di buonismo spicciolo come se fosse la Rivelazione. E’ già tanto che Penny non l’abbia accoltellata seduta stante, ma si sia limitata a dirle, gentilmente, che aveva la maturità emotiva di un pompelmo.

Questo per introdurre l’argomento principe di oggi. Quelli a cui va tutto bene che vivono nella stessa società di quelli a cui va tutto male e che non hanno nemmeno la decenza di stare zitti e godersi nell’intimità il loro Profondo Culo, ma lo ostentano fino alla morte. Mi viene il fondato sospetto che esistano solo per sottolineare, con nove o dieci linee ben marcate, l’ingiustizia della vita.

LINK FACEBOOK MEME

La “Sindrome di Baby”, che ho inventato seduta stante, consiste infatti nel non avere un cazzo di problema, ottenere sempre quello che si vuole, avere sempre qualcuno pronto a pararti il culo e non resistere alla tentazione di andare da chi sta palesemente attraversando un periodo di merda per vomitargli addosso una serie di consigli NON RICHIESTI, frasi fatte che non fanno altro che far sprofondare lo sfigato di turno nel baratro, dimostrarsi buoni ed altruisti sparando cazzate che non hanno alcun senso logico ma che fanno sentire chi è affetto dalla sindrome particolarmente realizzato. Queste persone tendono ad avere una visione della vita schifosametne ottimista. Non contenti, continuano a sbandierarlo ai sette venti.

Tu sei lì, stai morendo dentro, è palese a tutti tranne a chi è affetto dalla sindrome, e lui/lei arriva e comincia ad assillarti con frasi fatte tipo “sai cosa dovresti fare?” – “secondo me se la prendessi meglio…..” – “se succedesse a me….” – “preferirei fosse successo a me….” –  e via dicendo.

Vi faccio notare che le ultime due frasi, che di solito culminano con dichiarazioni che dovrebbero essere punibili con la detenzione per la loro imbecillità, sono quelle che più fanno incazzare il dolente di turno.
Primo: Lo sanno tutti che a te non succede, quindi è inutile che me lo dici perchè in questo modo non fai altro che ricordarmi di quanto tu sia fortunato, e me lo sbatti in faccia mentre io sto già mezzo morto dentro e, tra le altre cose, non è elegante far notare ad un altro la sua palese inferiorità di Profondo Culo.
Secondo: Non preferiresti che fosse successo a te e comunque, considerato che a te NON è successo, potresti fare a meno di ricordarmi per l’ennesima volta che a te non è successo mentre a me sì. Che poi parliamone… “preferirei fosse successo a me” . . .

1396830944990

Seriously?!? Seriously?!?
Non si può sentire. Non ci crede nessuno.
Siamo onesti. Nessuno. NESSUNO !!!!! vorrebbe le sfighe di un altro.
Big NONO.

Che poi vorrei vedere…. mi piacerebbe proprio che a fronte di questa frase il Grande Spaghetto (sono Pastafariana) scendesse sulla terra, andasse dallo stronzo di turno e gli dicesse “Ah, eccoti…. quindi tu hai detto che vorresti fare cambio. Ok, come vuoi”. Mi piacerebbe solo per vedere la faccia dello stronzo mentre si accorge che “le parole sono importanti” e che sarebbe il caso di usarle con molta, moltissima attenzione.

nuvole-in-rosa

Ma oltre a queste inezie, chi è affetto dalla Sindrome ha la fastidiosa tendenza a vivere come se fosse circondato da una nube stucchevolmente rosa. Ok, sei felice. Felicissimo. Felicerrimo. Felicettimo. Bravo. Applausi a scena aperta, standing ovations (vero Bran?), pacche sulle spalle. Poi basta. Non è che mi devi scartavetrare i coglioni con la tua gioia. No, non funziona così. Questa è ostentazione e non è per niente elegante.

Cosa dite? La mia è invidia. Beh, certo.
Onestamente, io ci navigo nei sette vizi capitali. Non me ne faccio mancare uno. Non sono una di quelle persone che negano di avere le debolezze umane e si trascinano reprimendo i loro peggiori istinti mostrando sempre e cmq un alone di finta santità agli altri (come gli affetti dalla sindrome).

Io sono invidiosa, mortalmente accidiosa, assolutissimamente irosa e golosa in egual misura e spesso contemporaneamente; ovviamente ed orgogliosamente lussuriosa, e anche se mi scoccia ammetterlo non eccessivamente avara o superba. Ma c’è tempo. Una volta non ero nemmeno cinica, ma adesso ne sono il manifesto ufficiale quindi non mi precludo nulla per il futuro.

angel_450088

Quello che però più di tutto mi infastidisce è che coloro che sono affetti dalla Sindrome, invece di essere considerati comuni esseri umani dotati di un Profondo Culo, vengono circondati da un inspiegabile alone di santità. La gente li considera infatti esseri superiori, capaci di trasformare le avversità in carburante atto a far bruciare più intensamente il fuoco della giustizia che li alimenta. Gente che arriva a venerarli e ad ergerli sopra l’uomo comune, esaltando i successi e non guardando mai oltre la patina che li ricopre.

Eccola la nota dolente. Perchè se non ve lo spiego, poi sembra quasi che io spari su povera gente che ha passato la vita a farsi il culo ed ora si gode i frutti della fatica.

No.
Io parlo di gente che è nata, ha vissuto e vive tutt’ora in un mondo parallelo, fatto di zucchero a velo e pan di zenzero, parlo di gente che ha passato la sua vita ad essere accompagnata, mano nella mano, in tutto quello che ha fatto, che si è presa i suoi tempi tutte le volte che ne ha avuto bisogno. Gente che non sa cosa voglia dire sbattere contro la vita non una, non due, non dieci ma mille volte.
Costantemente.
Persone che ostentano una bontà d’animo che non appartiene all’animale uomo, circondate da altre persone che si rifiutano di scavare, di leggere tra le righe, di ragionare e che si accontentano della patina lucida che vedono in superficie.

Suicidio

Sono le stesse persone, che se oggi mi lanciassi sotto la metro rossa, domani si farebbero intervistare da Studio Aperto sottolineando quanto il mio gesto sia incomprensibile, perchè sono sempre stata una donna piena di vita, sorridente e desiderosa di rendere questo un mondo migliore.

Perchè chi soffre della sindrome, non vede al di la del proprio naso. Di fronte alla palese mortificazione interiore di un altra persona, si rifiuterà di accettarla e cercherà ossessivamente di trovarne il lato positivo, negando l’evidenza più e più volte, se necessario.

Sono come quei vecchi amici ai quali tenti inutilmente di spiegare che tra il te stesso di dieci anni fa e quello di oggi, non c’è un abisso, di più. Loro non ci crederanno mai ed insisteranno nel ripeterti che non è possibile, che sei sempre tu e siamo sempre noi e non è cambiato niente…. col cazzo. Io con quella di dieci anni fa non centro nulla…. ero così maledettamente fiduciosa, così maledettamente piena di vita… dio mio che schifo!!!!

Lo sapete vero che si vocifera che più siete in alto e più sarà dolorosa la caduta?

Confermo.

responsibilities

Dopo quanto detto, mi sembra il minimo specificare che sono responsabile di quello che ho scritto e non di quello che voi capirete. Sono costretta a precisarlo perchè ultimamente sembra che quello che dico sia estremamente fraintendibile.

Perchè voi forse non lo sapete, ma finchè scrivo stronzate tutto bene…. ma un post come questo è capace di scatenare la bestia che vive in ognuno di voi e far crollare amicizie decennali solo perchè ci si sente, peraltro senza alcuna logica, chiamati in causa (quelli affetti dalla sindrome non essendo consci di esserlo non si riconosceranno affatto).

Alla fine della fiera, e scommetto che alla conclusione non sia arrivato nessuno, a giustificazione del pappone scritto sopra posso solo dire che oggi è lunedì, piove, fa freddo, aprile mi ha appena umiliata come meglio non avrebbe potuto, sono a pezzi (dentro, fuori sono sempre splendida), ho vagamente fame, mi sono svegliata con istinti omicidi, ho fatto il grave errore di aprire FB senza erigere prima un’adeguata barriera emotiva, sono mortalmente triste, devo iniziare un nuovo libro, mi annoio, e soprattutto erano mesi; MESI ! che non vi scartavetravo le palle con i miei problemi quindi questo post noiosissimo ve lo siete meritato tutto !!!

Poschina confusa e infelice

It’s life sweetheart

Sono le 22.04 di una tranquilla domenica sera di marzo. Fa moderatamente freddo, non sto ancora crollando dal sonno, non riesco a buttare giù niente di coerente e devo ancora scegliere che cazzo mettermi domani mattina per essere almeno vagamente presentabile sul posto di lavoro domani.

Il mio umore tende al pessimo.

licenziamenti_apple

A seguito di assurdi licenziamenti perpetrati ai danni di alcuni settori della mia azienda (ovviamente il mio è stato quello più colpito) sono passata da “Segretaria di direzione Full Time” a “Segretaria di direzione Part- Time”. Yep. 6 anni in un’azienda e invece di promuoverti ti retrocedono.

Humphrey

E’ la vita, bellezza, direbbe Humphrey Bogart se fossimo in un film anni ’50, ma siamo nella Milano Bene del 2013. Nella Milano oppressa dalla crisi in un’Italia oppressa dalla crisi, dove a pagare e a fare le spese del tonfo dell’economia mondiale sono sempre gli ultimi. Inutile dire che Figli di Papà e Parenti di Persone Note, non sono stati minimamente toccati.

Come mi è stato detto dal mio capo, “La segreteria è il settore <meno importante>” riuscendo contemporaneamente a sminuire il mio lavoro (quindi me medesima in quanto segretaria) e a farmi incazzare, devo dire che non era poi così semplice e gli faccio i miei più sentiti complimenti.

segretaria1

Le Menti geniali che gestiscono la mia vita lavorativa, hanno quindi deciso che io ed una mia collega sopravvissuta all’epurazione, avremmo coperto la Reception mezza giornata ciascuna. In breve al mattino faccio caffè, riempio e svuoto la  lavastoviglie, accolgo gli ospiti e all’occasione faccio anche da centralinista; mentre il pomeriggio scendo a quello che era il mio piano/regno e mi riapproprio del mio amato/odiato posto di Segretaria di direzione.

Il tutto sorridendo, perchè ovviamente la frase che le 3 sopravvissute si sentono ripetere ogni volta che vengono sgamate a sbuffare/sospirare è “Ringrazia che hai ancora un lavoro” perchè ovviamente non siamo state tenute perchè valide, ma per Grazia Ricevuta. Insomma perchè hanno estratto a sorte…. almeno così vogliono farcela passare perchè nel tipico Italian Style, le risorse vanno stimolate e come stimolarle se non continuando a sminuire il loro valore?

Ovviamente questo continuo sali/scendi, provoca una serie di disagi quotidiani, ad esempio il non riuscire a fare la pausa pranzo (se la faccio per terminare il mio lavoro + quello delle colleghe dipartite, devo necessariamente fermarmi oltre l’orario prestabilito), l’impossibilità di prendere ferie/permessi senza rischiare che ad una delle colleghe venga l’esaurimento nervoso, la nascita e lo sviluppo di un odio spropositato e giustificato per i colleghi che, durante una riunione, per fare i fighi/non comprarsi il caffè alla macchinetta, chiedono di essere serviti e riveriti.

Tutto ciò ha un unico grande, straordinario beneficio. Io Odio.

Liberamente, semplicemente, gioiosamente.

Non esiste più in me nessun senso di rispetto per coloro che occupano posti di rilievo nella mia società. Quello che vedo, quando li guardo, è la loro essenza, spogliata dall’immagine di rispettabilità che si danno, libera dalla patina di buonismo che si spalmano addosso. Io vedo. Io So quello che sono. 

9766478-scarafaggi-morti-sdraiato-su-sfondo-bianco

Ed è stupendo. Liberatorio. Educativo.

Io so che non posso sbroccare e dirgli quello che penso, perchè mi serve il lavoro. Ma non ho più rispetto. Non ho più pietà. Non ho più remore. 

E mi sento libera. Nonostante mi tengano in catene io sono libera, perchè so con chi ho a che fare, perchè io li vedo e li conosco per quello che sono realmente. Perchè non mi possono più fottere. Perchè non potranno mai più meritarsi il mio rispetto. 

E come tutti sanno, un sovrano non amato e non rispettato dal suo popolo, è un sovrano morto.

2660123230

Poschina  Part – Time

Trenord Mon Amour….

Inquadriamo la situazione:

Domenica 9 Dic. viene inaugurata la linea Saronno – Seregno ed in contemporanea entra in funzione il supersistemone che controlla tutto. Orari, turni, pause caffè. Ma il supersistemone non funziona e tutta la rete va in tilt. 

Prima di tutto io vi confesso di amare le foto propagandistiche come questa.

controllore1

Le adoro perchè mi immagino il tizio della Val Borlezza che le vede in internet e pensa “Guarda che bello il nuovo treno delle ferrovie nord, e il personale quant’è gentile, e guarda la vecchina come sorride fiera di essere su uno splendido treno caldo d’inverno e fresco d’estate”. Sì, perchè la propaganda serve a questo.

In Italia amiamo essere sia ipercritici che estremamente leccaculo. La verità, al solito, sta nel mezzo.

Sono pendolare da quando ho 14 anni, ossia da 18 anni (E Sticazzi!!!) e ne ho viste di tutti i colori. E devo ammettere che il servizio Trenord negli ultimi 6 anni è migliorato.

Vi ricordate il muro del pianto? Ogni mattina 15/20 minuti fermi tra Quarto Oggiaro e Bovisa in attesa che si liberassero i binari, ogni sera in attesa tra Domodossola e Bovisa sempre in attesa che si liberassero i binari, perchè poverini, erano due  e dovevano gestire un traffico decisamente superiore alle loro forze.

Quindi ammettiamolo. Lo sforzo per migliorare la situazione è stato fatto.

Ma.

Sì, il “ma” è dovuto al fatto che tu puoi ammodernare una linea ferroviaria quanto vuoi, mettere nuovi treni, restylare vecchi treni, avere un sito internet e la tessera elettronica. Ma se le persone sono le stesse, ho hanno lo stesso quoziente intellettivo, allora non cambia concretamente un cazzo. Avrai una bella linea tutta nuova e luccicante, ma non funzionerà comunque.

trenord

Perchè è inutile che mi fai due maroni con la nuova linea Saronno – Seregno e il nuovo supersistemone informatico, se poi quando metti in moto la bestia, ti si rivolta contro e fa quello che vuole.

Possibile che davvero a nessuno sia venuto in mente di testare il sistema informatico prima di metterlo in opera? Davvero nel 2013 nessuno ha supervisionato la situazione? Mi state dicendo che con i soldi del mio abbonamento avete comprato un sistema che non funziona? O che è stato programmato male? O gestito male? O non so cosa ma fatta molto male?

E poi cazzo, ancora una volta la totale assenza di informazione. Siete vecchi, siete indietro. Siete morti che camminano. Io ho saputo qual’era il vero problema, non dal tweet ufficiale di Trenord che è arrivato con quelle 20 ore di ritardo, ma grazie a @TrenordVictims, profilo creato da un utente Vittima di Trenord e del Sistema Gestito Male che ha creato una pagina FB e l’utenza twitter grazie alle quali gli sfigati si tengono aggiornati sulla situazione Trenord con foto dei tabelloni ed informazini di servizio. Tra l’altro “possibili ritardi” rivela una visione decisamente troppo ottimistica della situazione.

avviso_trenord 

Ad essere sincera, ci sono voci che parlano di uno sciopero bianco, malattie false, complotti interni contro i nuovi orari…. tutte quelle paure del pendolare medio che non si sa mai se abbiano o meno un fondo di verità. Ma a me piacciono molto i complotti, vedere il torbido dove l’acqua è limpida è la mia segreta passione. Figuriamoci qui, dove l’acqua è putrida, ci sguazzano le teorie complottistiche di ogni genere, anzi vi invito caldamente a inventare nuove teorie i merito; non so…. gli alieni si sono impossessati del sistema Trenord per costringerci alla guerra, Roba simile.

Fatto sta che domani arrriva la neve. Sì amici. La neve. E tutti noi pendolari sfigati abbiamo negli occhi, nelle orecchie e nello stomaco quello che è successo nel 2009. Io ho all’attivo 3 ore e mezza per raggiungere Cesate. Bei Momenti. Il tutto con 3 cambi di treno, un’ora di snervante attesa in banchina e il rischio di amputazione del dito medio della mano destra, che era sollevato in segno di saluto a chiunque mi si avvicinasse.

Che dire? vedremo cosa si inventeranno per questa sera. E per domani e per dopodomani e per settimana prossima. Ah, pregherei Formigoni di smetterla di presentarsi a televisioni e giornali con quella faccia da culo allegro che si ritrova, ma che si presentasse in Cadorna in ora di punta, in ginocchio sui ceci a chiedere personalmente scusa. 

Sarebbe anche ora che qualcuno ci mettesse la faccia e si presentasse davanti alla folla. 

Non c’è niente di meglio di un linciaggio di massa per risollevare gli animi….

Poschina – affetta da sindrome da pendolarismo

Non chiedetemi di essere comprensiva

Qualcuno ha definito “schiavi” i pendolari che ieri mattina hanno forzato le serrande della metropolitana pur di salire sul treno che li avrebbe portati al lavoro. Beh, io non mi sarei mai assacchettata sotto una transenna della metropolitana, ma devo ammettere che mi sono sentita offesa lo stesso.

Sono una schiava,una derelitta, una loser. Sono una di quelle che arriva al lavoro con una media di 10 minuti di anticipo. Non rubo i minuti in pausa pranzo, e nemmeno li rubo all’uscita. Io faccio quello che devo fare.

E mi incazzo come una iena quando per causa non mia, arrivo tardi o ci metto due ore e passa a tornare a casa la sera. Tendenzialmente sono una a favore della protesta, anche quando mi crea problemi. Sono simpatizzante orgogliosa di chi cerca di migliorare la sua condizione, ho appoggiato 7 anni di scioperi sorridendo a dipendenti ATM e Trenord convinta che avessero ragione loro.

NO. Non hanno ragione e mi sono rotta i coglioni.

E’ evidente, se sono 5 anni che non gli rinnovano il contratto, che il governo se ne fotte dei loro scioperi anche perchè, escluso l’utente sfigato che arriva tardi a casa o si fa 10 km a piedi, non intaccano nè le casse dell’azienda, nè urtano la sensibilità dei dirigenti. Se lo sciopero causasse un mancato introito, il problema contratto sarebbe già risolto, ma ormai il 99.9% dei pendolari è abbonato ed ha quindi pagato in anticipo il servizio, prendendolo nel culo alla grande. Una volta, in una situazione come quella di ieri, avrei almeno potuto forzare i tornelli e non pagare il pedaggio per un servizio che effettivamente non era fornito, ma ora i miei soldi l’ATM li ha già in tasca per tutto il mese di ottobre dal 28 settembre scorso, quando ho ricaricato la tessera. E nessuno mi rimborserà un cazzo. Mentre i dirigenti viaggiano in auto blu e i dipendenti se la menano perchè nessuno li caga, io subisco. Non proprio in silenzio ma subisco.

Ieri mattina è cominciato tutto con un presunto malore in zona Lima. Treni fermi, accumulo di gente, attesa del 118 e via dicendo. Risultato? A 10 minuti dalla serrata migliaia di persone attendevano o sulle banchine o, peggio, in vagoni pieni, senza aria condizionata, in gallerie buie e claustrofobiche. Mi è andata di culo perchè ero in banchina a smadonnare e non pigiata in mezzo a gente preda di attacchi di panico.

Alle 17.25 esco dall’ufficio e mi dirigo alla metropolitana. San Babila, linea 1 – rossa. Banchina strapiena. Passa il primo treno e non si riesce a salire. Passano 9 minuti e arriva il secondo. Pieno. Nessun annuncio di guasti, malori, ritardi. Riesco a salire che sono le 17.35. Alle 18.02 ho il treno. Ce la posso fare.

NO. Non ce la farò.

Il mio treno pieno come e peggio di un uovo va a 1 metro al minuto, si ferma per decine di minuti rigorosamentre tra una stazione e l’altra ed è senza aria condizionata. Un quarto d’ora e la gente comincia a manifestare la sindrome da Overlook Hotel. Poi un guasto alle porte, e quando finalmente ho sorpassato Cairoli  e mi avvicinavo a Cadorna ci fermiamo nuovamente e ci annunciano che c’è un treno fermo in Cadorna e non si riesce ad andare avanti. Altri 10 minuti così.

Vi chiederete perchè non sia scesa ad una fermata intermedia. Semplicissimo. Non si poteva. C’era talmente tanta gente sia nel vagone che in banchina che non si riusciva nemmeno a scendere. Arrivo snervata, sudata, incazzata e decisamente poco empatica in Cadorna alle 18.05. Ho perso il treno ed odio con tutta me stessa indistintamente tutti i dipendenti ATM e del loro rinnovo del contratto ormai non me ne frega nulla. Intanto bloccano i tornelli in entrata e impediscono alla gente di raggiungere le  banchine.

Al mezzanino una sciura chiede istericamente “Ed ora, come faccio ad arrivare a Gessate?” ed un addetto ATM le risponde con fare stizzito “Poteva organizzarsi ed uscire per tempo dal lavoro, in fondo che c’era sciopero era cosa nota”. Al che, dopo attimo di silenzio, parte lo sfogo della sciura “Pezzo di merda, sono uscita dal lavoro alle 17.00 ed ho passato 45 minuti bloccata sul treno, stamattina sono arrivata in ritardo, cosa devo fare? Prendermi una giornata di ferie per voi?” e così la situazione è degenerata, arrivano i caramba per cercare di salvare gli impiegati ATM, danno retta alla gente che urla, si incazza e bestemmia…. e così si conclude la mia avventura.

Scoprirò poi che alcune migliaia di pendolari incazzati (tra cui alcuni insospettabili colleghi) si sono rifiutati di lasciare i convogli e le banchine nonostante i ripetuti annunci ATM che lo sciopero era cominciato. In pratica si sono ammutinati. Pretendevano di essere portati a casa. Pretendevano di avere il servizio per cui avevano pagato. Pretendevano giustizia. Hanno rivoltato la frittata e impedito agli scioperanti di scioperare. Stupendo. Rifacciamolo al prossimo sciopero che vengo anche io a fare numero. Facciamogli provare quanto è divertente essere un ostaggio.

Lo scopo di uno sciopero dovrebbe essere quello di creare disagio/fastidio/perdita all’azienda che ti sta sfruttando. Lo sciopero dei mezzi pubblici, in generale, danneggia solo l’utente finanziatore del servizio. Se lavori in Ford e vuoi protestare contro la società che non ti paga appastanza, blocchi la produzione e fai perdere all’azienda un sacco di soldi. L’azienda si accorge che non guadagna e scende a compromessi. Ma se blocchi il treno a perderci è il pendolare  e non l’azienda.

Volete il rinnovo del contratto?

Ok, picchettate la sede ATM. Prendete a calci i dirigenti, ricopriteli di uova marce, date fuoco alla sede centrale. Fate quel cazzo che volete ma smettete di rompere le palle a povera gente che per colpa vostra perde ore di permessi che potrebbe utilizzare per se stessa e non per fare un grantour nelle gallerie della metropolitana. Vorrei vedere se un giorno per protestare contro la mia società, sequestrassi un dipendente ATM a caso perchè sai, così creo un po’ di disagio… ma che cazzata è?

Poi dico? Sindacati di merda, ma siete ancora fermi agli anni sessanta e allo sciopero del trasporto pubblico? Ma è possibile? Non siete capaci di farvi valere con altri mezzi? Io vi odio. Davvero. Vi odio. Non potete protestare in senza danneggiare chi, acquistando biglietti e abbonamenti, vi da da mangire la pagnotta? Perchè io, con il mio abbonamento vi do da mangiare, cioè se noi tutti dal mese prossimo smettiamo di prendere autobus e metrò voi nel giro di due mesi siete a casa. Altro che rinnovo del contratto ed iscrizione al sindacato. Forse non vi è chiaro, ma lo scettro del potere è in mano all’utenza. Siete sicuri di volerci esasperare?

Un sentitissimo VAFFANCULO !

Poschina Schiava ed orgogliosa di esserlo

Yoshi The Beagle e l’incommensurabile gioia di possedere un animale domestico

Ormai voi 4 carrissimi assidui lettori lo sapete bene.
Possiedo un cane.
Un Beagle.
Senza Pedigree, quindi non posso farlo accoppiare e fare soldi con i cuccioli.
 Dovete sapere che appena raccattato dalle calde lande desolate siciliane, tutti ma proprio tutti mi hanno detto “No !!!! Un Beagle !!!! Ma sei pazza?” Ed io mi chiedevo perchè tutto questo astio nei confronti di un cane così carino, tenero e tranquillo.

Ora capisco.

Vedendo immagini come questa:

 

Una persona potrebbe immaginare che Yoshi sia uno di quei cani fieri, che girano per le strade senza guinzaglio a testa alta, a due metri massimo di distanza dal proprio padrone e che camminano con un’andatura ritmata ed elegantissima.

No.
Le cose non stanno proprio così.

Se a casa è un cane modello , come potete notare dalla posa da manuale che assume in questa foto

 

ed è anche particolarmente affettuoso, basta uscire di casa (già sul balcone mostra i primi segni di squilibrio) e si trasforma in un giovane anarchico con la fissa della caccia, pianta il muso a terra, tu ex padrone adorato non conti un cazzo, coda alta e perennemente scodinzolante (utilissima per rintracciarlo nelle sterpaglie), sgrufolamento e massima potenza sui garretti.

Finisce che se vai dietro casa al solito giro, va tutto bene, perchè al massimo vede le lucertole e si mette a scavare finchè non le stana.

Ma se vai in posti come questo:

 

dove convivono le sterpaglie e il bosco…. è la vostra fine.

Io che sono una di quelle tipiche odiose italiane ansiose, ero restia nel liberarlo. CCNDEN invece mi ha convinta che in fondo ha bisogno, povero cicci, di sfogarsi e di fare esperienza. E così, ieri, lo abbiamo sguinzagliato.

Tre metri dopo si stava strusciando su una merda di cavallo. Fortunatamente semi-secca.

Dieci minuti dopo si è intrufolato nel bosco ed è sparito.
Altri cinque/sei minuti di assenza e lo vediamo tornare, garrulo e scatenatisimo, a velocità supersonica verso di noi… e man mano che si avvicina ci accorgiamo che è di uno strano colore…diciamo color merda di cavallo fresca.
Si avvicina e dal tanfo appare chiarissimo che il suo passatenpo nei 10 minuti antecedenti era stato quello di rotolarsi felice nella merda.

La provvidenza ha voluto che un bel torrentello accompagnasse la nostra passeggiata, lo abbiamo guinzagliato e mentre ci dirigevamo al suddetto torrentello tanto gradito, l’idiota si è fiondato su una sciolta umana. Tradotto, si è fiondato su una diarrea umana di dimensioni inquietanti.

Sì, lui

 

che in questa immagine vi guarda un po’ assonnato alla ricerca di affetto, ha fatto l’indicibile.

Lo abbiamo costretto a mollo per una decina di minuti che grazie a madre natura hanno tolto almeno la merda umana, e poi lo abbiamo tenuto vicino vicino con il nostro guinzaglio estensibile.

Dopo due lavaggi a base di sapone di marsiglia (non avevo shampoo per cani ma oggi ho fatto scorta) finalmente l’odore di stallatico è solo lieve, non più appestante. Ma il ricordo di quello che ha fatto mi perseguiterà tutta la vita.

Che dire? Volete un cane? Uno di quelli che stanno a due metri di distanza da voi, fieri ed eleganti? Ok. Non un Beagle. Un Beagle è allegro, giocherellone, dolcissimo, buffo e ladruncolo. Ma prima di tutto è un cane da caccia, quindi ricordatevi che se togliete il guinzaglio lui parte per la tangente e torna quando vuole lui. Una lucertola, un’ape, una scolopendra saranno sempre e comunque più interessanti di qualsiasi cosa voi stiate facendo per attirare la sua attenzione. 

Volete un cane che vi fa sorridere ogni 5 minuti, che riesce ad essere forte e coraggioso, intrepido e divertente, socievole e mai aggressivo? Vi piace correre come pazzi? Nuotare? Rifare l’impianto elettrico?  Ecco, il beagle è proprio il cane che fa per voi. 

Poschina Beagle addicted

I look like Dawson Leery . . .

1998.

Italia.

Pomeriggio tipo: arrivo a casa alle 15.30, mangio qualsiasi cosa trovi nel frigo/furoi dal frigo e mi svacco davanti alla tv in attesa di uscire con gli amici. Ho 18 anni, sono moderatamente depressa ma nel profondo della mia anima ancora vagamente incontaminata credo che la mia vita si rivelerà stupenda, l’anno prossimo andrò all’Accademia di Belle Arti e già pregusto una vita ricca di eventi. In questo momento carico di aspettative piomba su di me come un treno in corsa il telefilm più metacinematografico del millennio scorso: Dawson’s Creek.

Per intenderci, dopo la prima puntata per me Spielberg non è più stato lo stesso. O meglio, il mio rapporto con Spielberg non è più stato lo stesso. Nel senso che prima mi piaceva, dopo No. Dopo DC 01×01 lo ODIO. Non è colpa mia, ma Dawson passa la prima puntata citando ogni fottuto decimo di secondo un film, una frase, un pensiero, una cazzata con il solo unico scopo di farci sapere quanto ama Spielberg, quanto vorrebbe essere lui e bla…bla…bla…

Non mi metto nemmeno a riflettere su quanto un telefilm di adolescenti che parlano si se stessi come se avessero 40 anni  possa aver dato o non dato alla mia persona, ma vi parlerò di Lui; Dawson.

 

 

e credetemi, mi punirò per non aver trovato una gif in HD per rendere giustizia a questa immagine.

Dawson è un sedicenne figlio di papà cagacazzo, piagnino e con la fissa del cinema. Invece di farsi le seghe davanti ai porno lui gira filmini di pessima qualità che dovrebbero raccontare gli adolescenti dal punto di vista degli adolescenti. E per farlo, coinvolge gli amici di sempre. Ha una mezza storia con l’amica d’infanzia sfigata Joey, invidia l’amico bistrattato Pacey perchè  scopa e per giunta con la milf di turno, che poi gli ciula Joey e che ha una vita piuttosto interessante. Nonostante vogliano a tutti costi spingerci a credere che Joey ami Dawson, alla fine la suddetta ex sfigata Joey che è la tipica ragazza perennemente indecisa, sceglie proprio l’ex sfigato Pacey al posto del perfettino, piagnino, cazzone che non si fa le seghe estimatore di Spielberg.

6 stagioni in  6 righe. Merito un premio.

IO odiavo Dawson. Ero dalla parte di Pacey. Sì, mi piaceva di più e allora? Ero anche dalla parte della Pazza Andie che poi diventerà la moglie di Hotch di Criminal Minds, quella che verrà uccisa in diretta telefonica. Cmq. Dawson era a dir poco irritante.

Non tanto perchè fosse a tutti gli effetti il ragazzino con la sindrome di mio nonno (il contrario di quella di Peter Pan), ma piuttosto perchè frignava sempre, in qualsiasi situazione, di fronte alla prima avversità della vita privilegiata che Capeside poteva offrirgli.

Tutti noi ci ricordiamo la sua espressione tipo (vedi Gif sopra). Tutti noi ci ricordiamo la pressante voglia di prenderlo a calci in culo, l’incredibile, prepotente smania di schiaffeggiarlo. Perchè il suo piagnucolarsi addosso è davvero la cosa più irritante che la televisione in modalità target adolescenziale abbia mai trasmesso. Ed io lo guardavo a 18 anni e pensavo a quanto questo ragazzo si meritasse le peggio cose, perchè uno che non è in grado di reagire a nulla, si merita il male!

La situazione era aggravata dal fatto che dopo aver pianto, il soggetto andava dall’amico/parente di turno e analizzava le sofferenze come se fosse un novello Freud. Se possibile ancora più irritante di quando piangeva.

Devo anche ammettere prima di tutto con me stessa, che rivedere oggi Dawson che frigna mi fa sempre un sacco ridere….

Ma passiamo al nocciolo della questione: sono Dawson Leery.

La scorsa settimana, sfiancata da una serie di problematiche che non sto qui a raccontare perchè tanto non ve ne fregherebbe un cazzo, mi sono trovata a struccarmi in bagno e ad essere sopraffatta dallo sconforto. E nel mentre, durante il secondo passaggio dello struccante occhi sul mio occhio sinistro, mi sono intravista nello specchio ed avevo esattamente quest’espressione:

 

 

Giuro. 

La prima reazione è stata quella di irridermi.

Seguita dalla disperazione data dalla consapevolezza di essermi trasformata in Dawson Leery.

Seguita dallo scoppio in una risata isterica.

Terminata con una sottile depressione perchè esattamente come avrebbe fatto Dawson, ero già pronta a riversare su di voi una noiosissima analisi della mia vita, atta a dimostrare che mi sono trasformata nella versione vecchia e femminile del personaggio più odioso* del mondo delle Tv Series per adolescenti, meglio note come Teen Drama. 

Fortunatamente mi sono salvata in corner (il terrore di essere quello che Dawson è stato per me mi ha terrorizzata) ed ho evitato il post di mezz’ora sull’incomunicabilità di coppia, lo sfruttamento della donna, la pesantezza mortale del lavoro d’ufficio e la difficoltà di comprendere/farsi comprendere dai genitori una volta che sei uscito di casa.

Vi è andata di gran culo e dovreste ringraziarmi.

Mi piacciono i ranuncoli, i diamanti e gli uomini di colore. Fate voi.

Poschina frignona come non mai….. 

*Ad onor del vero devo ammettere che il personaggio più odioso della storia dei Teen Drama è sicuramente Brandon di Beverly Hills, ma è talmente odioso che preferisco far finta che non sia mai esistito. 

Con l’amorevole partecipazione…. ?

Sono reduce dalla gastroenterite. Che ora ricordo aver avuto a 14 anni. E che sarà quello che augurerò da oggi in poi ai miei nemici, a quelli che proprio odio, a quelli che vorrei veder soffrire.

 

 

Ma non sono qui a piangermi addosso. No. Sono qui a sproloquiare sui film italiani per giovani. Capiamoci. In Italia secondo me abbiamo tutte le carte in regola per fare bei film. Abbiamo buoni attori, alcuni ottimi, grandi registi, ottimi sceneggiatori. Ma non li usiamo. Sottolinerei anche che due dei più grandi scenografi al mondo sono italiani. By the way.

Per rendere piacevole la convalescenza ho visto in questi 3 gg. a casa dal lavoro, un bel po’ di film su sky. Alcuni belli. Altri mediocri. Nessuno che abbia smesso di vedere dopo 2 minuti netti. Ma.

Stamane, su Sky on demand, vedo questo titoto: Balla con noi (musicale). Classica storia del cazzo alla Step Up o affini. Vabbè…. che mi costa. Vediamolo.

Certo, una cosa non avevo capito…. è un film italiano. Lo comprendo pienamente solo quando presto attenzione ai titoli di testa e leggo “Con l’amorevole partecipazione di Massimo Ciavarro”; mi sembra talmente una stronzata perfino per un film italiano che mando indietro e scopro che la partecipazione è amichevole e non amorevole. Fa stronzata comunque.

Confessione. Da piccola ero innamorata di Massimo Ciavarro. Giuro. E appena posso ci farò un post sopra, non su Ciavarro, ma sulla filmografia anni 80 primi 90 che ha accompagnato la mia crescita, in parte anche per giustificare certe tare odierne.

Torniamo alla cagata italiana.

Il film narra la storia di Erika,  una ballerina di danza classica che è in crisi perchè non sa se la danza classica sia o meno il suo mondo, che un giorno va dal fratello grande che balla Hip Hop e si appassiona al nuovo ballo e ci scommetto, troverà anche l’amore.

 

 

Insomma la solita storia trita e ritrita, solo sceneggiata, girata e recitata peggio della media già bassissima dei film americani sull’argomento.

 

 

Il problema principale è che sembra che gli sceneggiatori italiani non conoscano affatto i giovani.  Consiglio: prendete il treno o l’autobus la mattina in orario prescolastico e ascoltate di cosa parlano, come, quanto. Poi guardate bene come si vestono. Come si truccano. E già che ci siete, ascoltate anche di cosa parlano i genitori di questi ragazzi su treni e metropolitane.

Magari piazzatevi anche fuori dalle scuole, giusto per….

Forse così riuscirete, in futuro, a rendere meno bidimensionali e vuoti questi poveri giovani. Che stereotipati in questo modo mi fanno una pena pazzesca.

Ah. Ovviamente per il Politically Correct, lei si innamora di un bel manzo di colore. Che la capiamo tutti, ma sa di così calcolato a tavolino da risultare insopportabile.

Ah. Ciavarro, fa il padre della stordita. E vi assicuro che preferiamo tutti ricordarlo così:

 

Beh, che dire.

Complimentoni al cinema giovanilistico italiano. Davvero una perla per i posteri.

Poschina Ipercritica e quindi in via di guarigione.

p.s. qualcuno spieghi al mio cane che con 30 gradi il suo sorpo incanddescente sui piedi è vagamente fastidioso…..