Nespresso – What else?

Io non ho nulla, ma proprio nulla contro la Nespresso. Posso anche sorvolare sulla scelta di creare delle boutique del caffè con tanto di commessi usciti da un film hollywoodiano anni 80. Confesso con un certo imbarazzo che mi piacciono anche la scelta delle luci soffuse e i  colori delle confezioni del caffè che creano una sorta di arcobaleno sensoriale, e l’onnipresente aroma del caffè sinesteticamente connessa a musica e immagini.

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MA.

Odio andare ad acquistare il caffè in uno qualsiasi delle loro fottutissime boutique. E il mio odio è fondato e condiviso da chiunque, dotato  di un minimo di buonsenso, sia costretto ad andare nei suddetti negozi in orari obbligati (prima del lavoro – pausa pranzo).

Dovete sapere che ci sono tre tipologie di persone che acquistano nelle boutique:
– i normali
– le fighe di legno
– gli imbecilli

Dei normali nemmeno mi occupo, in quanto poco interessanti per antonomasia, ma voglio spendere due parole per le altre categorie:

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La Figa di Legno per antonomasia è una donna intorno ai sessanta, che da lontano ne dimostra quaranta,  appartenente per nascita o per combinazione di eventi, alla high society milanese. Indossa abiti raffinati, che si addicono più a una trentenne che ad una sessantenne, solitamente bionda finta o portatrice sana di meches, non si sente a suo agio se non ha sottobraccio una Luis Vuitton di dimensioni abnormi, con portafoglio abbinato e se non tiene in mano almeno un sacchetto di uno store per gente comune (solitamente Zara), solo per appagare l’idea di non essere snob e di vestirsi anche lei come i comuni mortali (che ignora sistematicamente).

L’oggetto in questione, visto da vicino, dimostra tutti i sessanta che effettivamente ha; sotto lo strato di fondotinta rigorosamente La Prairie ha dei solchi degni di un deserto, dovuti principalmente all’insana abitudine di aggirarsi per le piste di St. Moritz senza un’adeguata protezione solare nei ruggenti anni settanta.

Essa non va a comprare le cialde con la tranquillità che il suo status di nullafacente le permetterebbe. No, lei ha fretta e cerca, sistematicamente, di passare davanti a tutti. Assume quel broncio che 35 anni prima era riuscito ad intenerire l’idiota di turno e si aspetta di impietosire qualcuno. Quando si accorge che non funziona, prova a farsi largo con il caravan che tiene sottobraccio. Nove volte su dieci uno sfigato alla fine cede e la lascia passare. E qui arriva il bello. La fretta scompare e parte il solito, disarmante, domandone. “Cosa mi consiglia?”

Santa Madonna. La/Il commesso si sente in dovere di cominciare ad elencare tutte le caratteristiche dei caffè. Dopo dieci minuti nei quali la figa di legno ha posto una domanda più idiota dell’altra, prima di dichiarare candidamente che un paio di astucci di ristretto andranno benissimo.

Può capitare che la fdl si porti dietro una delle figlie. Adolescente, bionda, magra e con la stessa faccia da cazzo della madre. Sempre. Ed io, mora, bassottella e chiaramente nata nell’epoca sbagliata  con il mio corpo da procace attricetta di periferia anni 50, mi soffermo a riflettere sui disturbi alimentari che hanno le ragazze della Milano Bene. Secondo me le affamano dalla nascita. E’ statisticamente impossibile che non ce ne sia una, non dico grassa, ma prosperosa. Qualcuno dovrebbe preoccuparsi della salute di queste povere ragazze che non sanno cosa sia un barattolo di nutella da 3 kg tutto per loro….

imbecille Eccolo, l’ Imbecille.

Uomo, intorno ai 30/35, chiaramente figlio dell’era di internet, teledipendente, Halo addicted, segaiolo mentale youpornista, al quale la mamma ha regalato una Nespresso.

Lui, invece di registrarla online ed acquistare le cialde autonomamente buttando il buono incluso nella confezione, decide, armato di zainetto (avete notato come i giovani adulti della mia generazione non siano in grado di liberarsi dell’effetto Invicta e girino ancora ostinatamente con lo zainetto?), di andare in boutique. Siccome si è fatto una cannetta prima di uscire, è in  quello stato particolare nel quale il tempo ha perso il suo significato. Mezz’ora, un’ora, che differenza fa?

Lui e il suo zainetto si trovano dunque al cospetto di un commesso zelante che gli spiega nel dettaglio cosa comporta l’utilizzo del buono sconto. Dopo venti minuti di spiegazione, l’addetto alle vendite chiede “Lo vuole utilizzare adesso?” e lo young adult risponde immediatamente “Sì”. Altri 10/15 minuti sul tema “forza e provenienza dei caffè” e, arrivati finalmente al momento del conto, quando si sente dire “la differenza è di un euro e 45” il cannaiolo rinsavisce. La mamma gli aveva assicurato che sarebbe stato tutto gratis e lui non ha alcuna intenzione di spendere tutti quei soldi per un fottuto caffè !!! A questo punto parte la pantomima del “lei mi ha detto che voleva utilizzare il buono ” – “no, non è vero” – “Sì, è vero” – fino a che non raggiungono l’agognato compromesso. Stornare tutto.

Spero sempre vivamente che gli si fonda l’Xbox nel momento più fondamentale assai del gioco.

Nel caso ve lo steste chiedendo, io appartengo alla categoria “normali”, non sono una sessantenne figa di legno e non sono armata di zainetto…. e ci metto più o meno 15 secondi per ordinare le cialde, quindi rientro per intero tra gli illuminati frequentatori di boutique Nespresso.

Poschina- What else?

Il post che non avrei mai voluto dover scrivere…

Ci sono argomenti che non mi piace affrontare e che, per una questione di rispetto per chi di voi è più sensibile, ho evitato fino ad ora di approfondire. Però l’altro ieri ho visto un paio di foto che mi hanno costretta a tirare fuori quello che ho dentro…. ed ora vi tocca il pappone… eccolo

Alcuni ragazzi invecchiano proprio di merda. 

L’ho detto. Ho buttato fuori il demone ed ora mi sento meglio. Posso ricominciare a guardarmi allo specchio senza vergognarmi della mia mancanza di coraggio.

Cosa mi ha spinta a liberare il demone? Andrea Pezzi. Per chi abbia avuto un’adolescenza molto difficile e non sappia di chi sto parlando; lui:

  

Ad essere onesti, non ricordo precisamente in che anno ho scoperto Andrea Pezzi, o per essere precisi, in che anno MTV ha cominciato a propormelo in ogni salsa fino a convincermi che era il ragazzo ideale. Credo che fosse più o meno a metà anni novanta, quindi facciamo pure che io ero una sedicenne arrapata e lui un ventitreenne che scopava un sacco… ma forse ero un pelo più grande…. cmq.

Il punto è che lui faceva questo programma fighissimo e assolutamente d’avanguardia (tanto che oggi il Gamberorossochannel cerca di riproporre lo schema in continuazione ma con un’aura di premorte e una tristezza di fondo che fanno accapponare la pelle) nel quale invitava ospitoni della madonna (ricordo di essere stata illuminata da Breat Easton Ellis ed essermi fiondata in libreria il giorno dopo per accaparrarmi American Psycho) e si raccontavano la rava e la fava mentre cucinavano. Titolo fantasioso: Kitchen.

Io lo guardavo carica di ammirazione e attrazione ssessuale ed il motivo per cui ero così attratta era la sua appartenenza alla schiera dei fighi-normali. Che si contrapponevano ai Fighididdio inarrivabili e insognabili perchè persino nel sogno non ti avrebbero cagato di pezza forti della loro superioritò in figaggine.

Andrea Pezzi era simpatico, parlava inglese fluentemente, spiritoso, sexy e con le fossette sulle guance. Aveva tutte le caratteristiche per inserirsi nei meandri della mia mente adolescente e convincermi che era il prototipo di “ragazzo ideale”.

Poi è scomparso. O meglio. durante una puntata di Kitchen in cui era ospite Claudia Pandolfi (ha fatto il tiramisù N.d.a.) è scoccata la scintilla, si sono innamorati ed hanno fatto quello che tutte le coppie innamorate fanno…..ossia lei si è sposata col fidanzato storico ed in viaggio di nozze lo ha mollato per scappare con Andrea Pezzi al quale, qualche tempo dopo, ha riservato un trattamento molto simile. Sappiate che ancora oggi mi chiedo che cazzo abbia la Pandolfi di così figo da scatenare reazioni così violente da parte di uomini apparentemente normali…

Quindi La Pandolfi è stato il Fattore Yoko* di Andrea Pezzi. Lo ha rovinato. E di lui si sono perse le tracce… fino a quando, l’altro ieri su repubblica vedo questo:

mi blocco, guardo bene. Corro in bagno…. piango… mi sistemo il trucco e torno alla scrivania come se nulla fosse successo. In cuor mio però, qualcosa è morto.

Anche lui è finito vittima dell’insquallidimento, una malattia che colpisce spessissimo i bei ragazzi trasformandoli nella versione moderna dello Zio Pippo, quello tristissimo che a Natale nessuno aveva mai voglia di stare a sentire.

Il problema non è tanto l’aver messo su 25 kg, o essersi stempiati, ma proprio l’alone di squallore e abbandono.

Poi magari ci parli e te lo faresti lo stesso, ma visto che tanto io non ci parlo….

Ho notato in ben 32 fottutissimi anni di vita che questo problema (l’insquallidimento) capita principalmente agli uomini. Sorry, ma qualcosa dovete beccarvela anche voi…se calcolate che secondo le pubblicità la diarrea, le emorroidi, il gonfiore, il prurito intimo, la puzza di ascelle e l’incontinenza ce le becchiamo noi donne, cucatevi l’inquallidimento e non lamentatevi.

La cosa a volte è anche consolante. Tempo fa su FB (la piattaforma del diavolo) ho ribeccato un mio ex fidanzato dei tempi delle medie…era davvero molto ma molto carino, ora è  terrificante. Semplicemente terrificante. Grazie a dio l’ho piantato e mi sono salvata. Infatti IO oggi sono una splendida trentenne.

Sì, già vi vedo… quelli che mi snobbavano a vent’anni perchè ero rontondetta, noiosa e vecchia dentro, che mi hanno preferito la pompinara di turno; ora che vedete il mio splendore vorreste avere me vicino nelle cene con il capo, almeno so parlare, sono moderatamente ironica e sforno battute a sfondo sessuale come fossero biovette… invece la pmpinara (che ora i pompini non li fa nemmeno sotto paga) che è esplosa sotto i colpi delle 5 gravidanze che voi le avete inflitto, ha smesso di usare i tacchi 25  e non sa usare il condizionale, si è rivelata per quello che è: una vergogna sociale… beh cari miei ex fighi insqualliditi, ora ve la tenete !!! [momento rivendicazione che fottesega al mondo]

Ma passiamo ad un piccolo compendio delle trasformazioni a cui  ragazzi e ragazze possono andare incontro:

– bambina cesso -> ragazza cesso -> donna gnocca

– bambina figa -> ragazza figa -> donna figa

– bambina normale -> ragazza cesso -> donna figa

– bambina normale -> ragazza normale -> donna figa

 – bambina normale -> ragazza normale -> donna normale 

– bambina squallida -> ragazza squallida -> donna squallida

– bambino bellissimo – > ragazzo informe -> uomo orrendo

– bambino bellissimo -> ragazzo bellissmo -> uomo bellissimo

– bambino bellissimo -> ragazzo bellissimo -> uomo insquallidito

– bambino normale -> ragazzo informe -> uomo interessante

– bambino brutto -> ragazzo informe -> uomo interessantissimo

– bambino brutto -> ragazzo informe -> uomo brutto

– bambino bello -> ragazzo bello -> uomo insquallidito

Farei notare che una donna bella non può diventare una donna squallida mente all’uomo, invece, capita assai di frequente.

Che dire? Io mi sono ficcata nella triade “normale – normale – normale” e voi?

Poschina

*cit. Ma una cit. talmente figa, ricercata e da nerdoni di razza che nessuno di voi capirà… 

 

I’m so Geekin’ fashion

Un giorno vi prometto che farò un post sul mio serio problema psichiatrico che si manifesta con acquisti compulsivi. Ma non oggi. Oggi vi parlerò di quanto anche io so essere Geek. No, non nerd. A me mi piace che mi definiscano Geek. Ora non aspettatevi che sia una di quelle che di fronte ad una stampa di codici alfanumerici trovi la frase nascosta. No. Assolutamente no. Il mio campo sono le tazze. Mug. Non quelle da caffè all’italiana. By the way…..

L’ultima fase della mia patologia nasce durante le  freddissime mattine invernali, quando con meno 14 gradi, la galaverna e il vento del nord, mi aggiravo alle h. 6.31 per le gelide e vuote vie di Cesate trascinata dal Distruttore,

 

 

che nel freddo e nella galaverna ci sguazza come niente fossse; i momenti duri arrivano quando la temperatura supera i 18 gradi. Cmq.

 

 

In quei momenti, caratterizzati da bestemmie in diverse lingue e pronunciate con differente intensità, pensavo a come avrei fatto a dare un po’ di sollievo alle mie congelate membra. Così mi sovvennero alla mente le millemila immagini provenienti dalle millemila serie TV americane che mi sono sciroppata in 30 anni. Il bicchierone da asporto.

Sì. Lo so. Sono moooooolto figa. Grazie.

Fatto sto che ho cominciato a rimuginare sulla cosa e sono giunta alla conclusione che dovevo avere assolutamente i bicchieri d’asporto per bermi qualcosa di caldo mentre sono al freddo. Geniale. Ecco perchè ho avuto molto successo nella vita,  perchè io ( a differenza vostra) ho queste idee geniali.  

Mi applico con costanza nella ricerca del bicchierone e trovo solo bicchieri Illy da asporto in cartoncino con tappo in plastica. Ok, perfetti. Li ordino, arrivano, li venero per due/tre giorni e li uso anche.

Ma.

Ma sono troppo piccoli. Cioè dopo 2 metri il contenuto è finito ed io ne soffro. Quindi al freddo si è aggiunta anche la frustrazione. Dovevo trovare qualcosa di meglio.

Idea: e-bay.

E infatti:

 

Eccoli, in ben sei colori differenti (io ho scelto quello verde perchè è molto più in linea con lo stile ecocompatibilità) trovo quello che cerco. Mug da asporto in ceramica. Tappo e grip in silicone. Ma dico? Meglio di così cosa avrei potuto chiedere? Beh, ce ne sono di mug strafighe, soprattutto nel mercato americano, purtroppo però le spese doganali mi frenano dall’acquistare oltre oceano….

Dopo 10 gg. di attesa, la mia splendida, ecocompatibile mug da asporto in ceramica e silicone con scritta figa “I’m not a paper cup” è arrivata e la mattina dopo mi sono preparata un megacappuccino che ho piacevolmente trincato mentre accompagnavo il Distruttore nel suo giretto mattutino.  Distruttore che non ha apprezzato molto il dover attendere 2 minuti in più per scendere, infatti mentre preparo la mia mug lui mi guarda male….

 

Sarà invidioso?

Probabile. Conoscendolo ambisce a sgranocchiare, distruggere ed ingoiare il silicone….

Ora dovete immaginarmi la mattina alle 6.31, vestita di tutto punto ma rigorosamente struccata e spettinata (trucco e parrucco sempore e solo dopo il giretto con bestia), che mi aggiro per le vie semideserte di Cesate, con guinzagio estensibile da una parte e tazzone di cappuccio dall’altra. Non sono la cosa più stupida, nerd, fashion e figa che potreste vedere la mattina? Perchè diciamocelo tra noi, quante persone possono dire di avere il coraggio di un gesto simile? Quanti possono fregiarsi di possedere una mug da asporto from UK, un cane che distrugge qualsiasi cosa e unire i due addendi ed avere come risultato me medesima e splenderrima? Perchè le facce ammirate di quelli che mi vedono passare, con le occhiaie e l’aria di chi è meglio non disturbare per nessun motivo, mi convincono che nonostante sembri da nerdoni un po’ imbecilli, la storia di girare con una tazza di roba calda in una mattinata fredda, piace. 

Non per niente ci sono popolazioni che lo fanno da anni, anni ed anni….

Ora armatevi anche voi di una bella tazzona, prendetevi un cane e venite a farmi compagnia la mattina all’alba. Vi assicuro che faremo tendenza. Spaccheremo il culo ai passeri. Faranno una serie tv su di noi.

Si, beh, insomma…… addirittura una serie tv no, ma un meme forse me lo merito 🙂

Poschina Mug Addicted

Aprire nuovi blog per contrastare il proprio cervello ribelle

Nel mio programma “Impegnare il cervello in cose futili per non pensare troppo a tutto quello che non funziona” c’era scritto:

“Trovare un hobby economico, divertente, pratico, intelligente e che vi permetta di focalizzare l’attenzione su qualcosa di completamente diverso dal problema che vi assilla. In questo modo l’intero apparato cerebrale ne trarrà giovamento.”

E mò, che cazzo faccio?

Avrei potuto scegliere il footing, oppure il volontariato, oppure la cura della casa. Tranquilli. Sono sempre io. Ho scelto la cosa più futile che potesse esserci, la più inflazionata, la meno socialmente importante:

Un Blog di Cucina.

Giuro: http://food4yoshi.wordpress.com/

Adesso mi credete?

Poschina, alla ricerca dell’inutile e oltre…. 

food intolerances

Fino ad una decina di anni fa, conoscevo sì e no una persona con intolleranza alimentare, al lattosio per la precisione.

Oggi su dieci persone che conosco, 8 sono intolleranti. Chi al grano, chi al lattosio, chi al glutine, chi alla caffeina, chi allo zucchero. Insomma siamo una generazione di intolleranti. O siamo una generazione di paranoici? Beh, io comincio a credere fermamente nella seconda ipotesi.

Possibile che tutti, ma proprio tutti, siano ormai intolleranti a tutto? Non è forse un problema psicologico? Tipo mi viene mal di testa ogni 10 giorni, sarò sicuramente malato ma visto che tutti gli esami sono negativi avrò almeno un’intolleranza, faccio i test e scopro che potrei essere intollerante a tutto tranne le uova e finalmente sono contento di sapere che sì, sono malato.

So che le intolleranze sono pericolose, ma possibile che tutti siamo itolleranti? Non ce n’è uno che faccia gli esami e risulti perfettamente tollerante. Non è altamente probabile che sia sempre stato così solo che 25 anni fa nessuno andava a farsi l’esame delle intolleranze ogni 10 giorni?

Soprattutto ora sei intollerante allo zucchero, ma magari tra 6 mesi sei intollerante alle proteine della carne di struzzo. Quindi ogni 5/6 mesi dovresti farti l’esame per sapere se l’intolleranza è cambiata.

Io per ora sto moderatamente bene. Ogni tanto ho la nausea, ogni tanto il mal di testa e trovo la cipolla buonissima ma indigeribile. Che sia intollerante agli enzimi della cipolla? Bah, Chissene. So che la cipolla mi è indigesta e ne mangio poca. Se poi un giorno comincerò a stare malissimo, allora ne riparleremo.

Sia mai che scopra di essere allergica al thè, agli zuccheri, alla nutella, alla pizza, alle caramelle ricola. Pensa che vita di merda. Un po’ di sana ignoranza. Come una volta. Mangi quello che ti fa stare meglio, quello che ti piace e quello che c’è nel frigo e sta per scadere.

Se poi ogni tanto ti viene lo squèrez, la prossima volta controlla meglio la scadenza del mascarpone, mangia meno nutella ed evita la cioccolata alle 4 di notte.

Sarà che io sono già intollerante verso la maggior parte delle persone, ci manca solo di esserlo anche verso il cibo !!!!!!

Poschina Very Intolerance

Meglio della Nutella !!!!

Parliamoci chiatro. Il mio grasso superfluo localizzato sulle cosce, sui fianchi e sul culo, è tutto merito suo. Della Nutella. Non vorrei mai che pensiate che io sia una di quelle che ha fatto tutto da sola. Nono…

Mia madre, che pesava 49 kg, rimpinzava me e mia sorella con la gustosa crema alla nocciola Ferrero. Panino con nutella, fetta biscottata con nutella, brioches con nutella, pan carrè con nutella….e potrei andare avanti ore ma mi fermo qui che mi sta venendo fame.

Poi sono cresciuta ed ho aggiunto alcune varianti: nutella al cucchiaio grande, nutella al cucchiaino, torta alla nutella, muffin alla nutella…focaccia alla nutella…. insomma non mi sono fatta mancare proprio niente.

Ma come resistere?

 

se non ci riesce lui non vedo perchè dovrei riuscirci io.

Ora qualcuno, non ricordo bene chi, mi ha detto che la nuova crema spalmabile Philadelphia – Milka era perfino meglio della nutella.

Sorvolando sulla bestemmia immane, e giurandovi che non mi sono mai lasciata tentare da questa affermazione, per dovere di cronaca ho provveduto a testare il nuovo prodotto.

Col cazzo che è meglio della nutella.

Cremoso, delicato, gustoso…. certo certo…. ma tutte cose che comunque non sono superiori alla cremosità, delicatezza e gustosità della nutella.

Primo sa di mascarpone con cacao (mia madre quando faceva il tiramisù mi faceva sempre una ciotolina con mascarpone e cacao…come se i quintali di nutella che mi dava non fossero bastevoli a farmi venire quintali di cuscinetti adiposi), secondo è freddo, terzo non è la nutella.

Posso anche comprendere che la pubblicità cerchi di convincermi a comprare il prodotto spalmandolo su beckham e cercando di persuadermi che se lo compro potrò lecccarlo dal suo corpo, ma che una persona apparentemente sana di mente mi dica addirittura che è meglio della nutella no, non lo posso accettare.

Se non sapete di cosa state parlando, ci fate una figura migliore se state zitti. Grazie.

Poschina nutella dipendente 

 

 

Cakes mania….

E’ un po’ di tempo che mi sono fissata che dovevo assolutissimamente fare la pasta di zucchero per decorare le torte….poco importa che non ami particolarmente le torte a base di pan di spagna, l’essenziale era poter dire di aver fatto da zero una torta decorata con pasta di zucchero. 

Così ieri ho acquistato tutti gli ingredienti che mi servivano e sono partita….prima cosa un buon, sano, soffice pan di spagna

Successivamente ho preparato una crema pasticcera al cioccolato e una crema chantilly, con la prima ho riempito il primo strato (la bagna che ho usato è al rum) e con la seconda il secondo strato e poi ho usato la crema rimanente per coprire la torta in modo che la pasta di zucchero aderisse perfettamente alla torta.

Ed ecco il risultato


Speriamo solo che sia anche buona….

Poschina pasa da zucchero dipendente !!!

Addii e rimpianti

 

Probabilmente prima o poi avrebbe dovuto succedere.

Ma non così.

Non improvvisamente.

Il declino dell’Impero pare essere prossimo.

Ma datemi il tempo di salutarlo.

Invece niente, nulla, nessuna possibilità di dargli il saluto che avrebbe meritato.

Hanno abbattuto il McDonalds di Viale Scarampo.

1 minuto di silenzio.

 

Fatto?

Bene.

Dovete sapere che il suddetto Mc. era uno dei capisaldi alimentativi dei giovani milanesi della zona nord, durante le notti di baldoria.

Restava aperto tutta notte, quindi alle 4 del mattino per un tardo adolescente era una specie di 6 al superenalotto…….affamati ci dirigevamo in questo squallido Mc. che si trovava dopo il benzinaio e stretto tra una striscia di erba (non quella che si fuma) e una tangenziale.

D’estate si parcheggiava la macchina di fianco alla corsia di immissione, si scavalcava il guard rail e ci si piazzava sull’erba a cazzeggiare……chi giocava a calcio, chi sgravava, chi faceva due palleggi a pallavolo……insomma, accompagnava la nottata verso il mattino.

D’inverno ci si stringeva vicini vicini nei tavolini, cercando di farsi passare il freddo.

 

E’ stato anche il Mc. in cui sono riuscita a trascinare mio padre e mia madre.

 

E adesso?

Ora c’è il nulla…….niente macchine parcheggiate, nessun sacchetto che straripa dai cestini, nessun ragazzotto mezzo tamarro che butta tutto per terra……..solo il vuoto di quel posto che ci ha accompagnati nella post-tardoadolescenza.

 

Beh, mio carissimo Mc.

Ti saluto ora, nel mio blog……nel mio piccolo angolo giornalistico.

Ho dei bei ricordi legati al prato e al parcheggio.

Soprattutto ricordo come mi era facile digerire un Mc bacon menù medio alle 4 di notte.

 

So che la tua chiusura è anche colpa mia (vado quasi sempre da Burger King), ma sii indulgente con me…..ho passato la tardo adolescenza da un po’ e non reggevo più i tuoi standard.

 

Con affetto

Mc. Poschina

COOKIES

 

200 gr. di farina 00; 100 gr. di burro; 100 gr. di Zucchero; 1 tuorlo d’uovo; la scorza grattuggiata di 1 limone; 1 pizzico di sale; 10 gr. di mandorle tritate; mezzo cucchiaino scarso di cannella.

X la Copetrura: 150 gr. di cioccolato fondente.

Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete al centro lo zucchero, il tuorlo, il burro (precedentemente lasciato ad ammorbidire) tagliato a tocchettini, il sale, la cannella e la scorza grattata del limone. Impastate il tutto velocemente e aggiungete le mandorle tritate.

Formate con l’impasto una palla e avvolgetela nella carta trasparente, lasciatela riposare 30 minuti in frigorifero.

Stendete l’impasto sulla spianatoia precedentemente infarinata dello spessore di mezzo centimetro e ricavatene dei biscotti delle forma che preferite.

Disponete i biscotti su una teglia imburrata o ricoperta di carta da forno e metteteli in forno caldo a 180°C per 15 minuti circa (il bordo deve cominciare ad imbrunire).

Sfornate i biscotti ed immergetene metà nel cioccolato che avrete fatto fondere a bagno maria. Lasciate i biscotti ricoperti di cioccolato a raffreddare un tavolo rivestito di carta forno. Lasciare raffreddare e servire.

pizza e birra 13 €

 
C’è un posto a Milano, forse l’unico rimasto….in qui puoi mangiare una pizza e bere una birra (in 2) alla modica cifra di 13 €.
E ci sono anche i cioccolatini in omaggio.
E si paga con i ticket restaurant.
La pizza la prepara un egiziano.
Ai tavoli servono cameriere cinesi.
Il locale è piccolo spartano e rumoroso, ma se sei nella serata giusta ci incontri Sergio Muniz…..anche lui con la sua pizza + birra a modica cifra.
Chi non è di milano troverà molto strano che io gioisca così tanto per questa pizzeria, ma chiunque abbia provato ( come me) a spendere 15€ per mangiare le stesse cose e magari anche di qualità peggiore, sa cosa intendo dire.
…..e capite perchè stasera sono felice.
Molto felice.
Un applauso quindi al mio amico egiziano, che quando vai a pagare snocciola la solita divertentissima battuta: "Sono 13 Milioni, signorina".
Ed io sorrido.
Intanto mi prendo i cioccolatini e lui ricambia il sorriso … complice.
E quando esco e scarto il mitico dolcetto gratuito, penso che Lui sì che ha capito tutto….altro che locali ultratrendy sui navigli…altro che bar in San Babila.
L’Americk è il posto più figo del momento….una pizza proletaria e tanto calore umano…
 
Poschina